Roma, 1 lug. (askanews) – L’euro sale sopra quota 1,18 sul dollaro statunitense per la prima volta da quasi quattro anni a questa parte. Nel pomeriggio prosegue il deprezzamento della valuta statunitense, che ha appena siglato il primo semestre dell’anno con un meno 10% – rispetto a un paneier di valute globali – il maggiore calo dal 1973, quando venne abbandonato il “gold standard” del sistema di Bretton Woods, e dalla recessione globale del 2009.
La valuta condivisa sale a 1,1813 sul biglietto verde. Per trovare livelli analoghi dell’euro bisogna risalire al settembre del 2021. Con i guadagni di oggi, gli apprezzamenti accumulati dall’euro sul dollaro dall’inizio del 2025 superano il 14%.
I cali della valuta statunitense riflettono una molteplicità di fattori, tra cui pesa in particolare la stretta protezionistica sul commercio con l’estero adottata dall’amministrazione Trump con i dazi, che secondo molti osservatori ha innescato dei ripensamenti di investitori istituzionali in tutto il mondo sui rispettivi posizionamenti sul dollaro.
Peraltro un minore fatturato in dollari da parte dei partner commerciali degli Usa indirettamente implica anche meno fondi da investire su titoli denominati in dollari, come i Treasuries.
Inoltre, dopo mesi in cui la Bce ha continuamente ridotto i tassi di interesse mentre la Federal Reserve mostrava una linea attendista, ora per luglio l’istituzione europea ha lanciato ripetuti i segnali sull’orientamento a prendere una pausa sulla manovra di riduzione. Invece la Fed è sotto crescenti pressioni della Casa Bianca per tagliare i tassi sul dollaro.
Da segnalare che oggi pomeriggio la presidente della Bce, Christine Lagarde, parteciperà ad un dibattito al forum annuale dell’istituzione assieme a diversi altri banchieri centrali, tra cui il numero uno della Fed, Jerome Powell, bersagliato, quest’ultimo, da attacchi sempre più duri da Trump.