Bruxelles, 10 lug. (askanews) – “Quando la nuova Commissione europea si è insediata, ho promesso che avremmo posto la competitività al centro di tutto ciò che facciamo. Ed è per questo che abbiamo sviluppato una nuova strategia economica e industriale. Una strategia che dà concretezza al rapporto di Mario Draghi sulla competitività”.
Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al settimo Forum franco-italiano Confindustria-Medef, questa mattina a Roma, spiegando che alla base di questa nuova strategia “ci sono tre pilastri chiave che ritengo essenziali per ottenere risultati per l’industria europea: semplificazione e rapidità; investimenti e innovazione; commercio e dazi doganali”.
“Nei primi sette mesi della nuova Commissione, abbiamo definito l’agenda per la competitività europea più ambiziosa degli ultimi decenni”, ha rivendicato von der Leyen. “Ma il vero lavoro è solo all’inizio, e potete contare su di noi – ha detto rivolta alle associazioni degli industriali italiani e francesi – per portarlo a termine. Allo stesso tempo, l’Europa conta su di voi. Con i nostri dialoghi strategici, dalla difesa all’automotive, dalla chimica alle industrie ad alta intensità energetica, vogliamo lavorare insieme all’industria, per l’Europa. Affinché il futuro delle vostre industrie continui a essere: Made in Italy, Made in France, e Made in Europe”.
La presidente della Commissione ha esordito riconoscendo che Italia e Francia sono “due dei motori dell’industria e dell’economia europea”, e ha poi sottolineato come l’Europa sia riuscita a mantenere la sua capacità industriale al centro della propria economia, al contrario di quanto è accaduto altrove, e in particolare negli Usa. “Non molto tempo fa – ha ricordato -, si credeva che le economie ricche avrebbero inevitabilmente abbandonato la produzione per dedicarsi ai servizi. Ma l’Europa non ha seguito questa strada tanto quanto hanno fatto altri. Il settore manifatturiero rappresenta ancora circa il 16% del valore aggiunto dell’Ue, rispetto a solo l’11% negli Stati Uniti. E sostiene circa 30 milioni di posti di lavoro, più del doppio rispetto agli Stati Uniti”.
“Oggi – ha osservato – siamo lieti di aver mantenuto la nostra forza industriale, perché ci fornisce una base inestimabile per il futuro. Una base per guidare la prossima ondata di innovazione, mentre le tecnologie avanzate rimodellano il nostro modo di produrre. Una base per soddisfare il nostro crescente bisogno di sicurezza in un mondo più ostile, soprattutto in un momento in cui le dipendenze vengono strumentalizzate. E in questo sforzo – ha rilevato -, Italia e Francia sono in prima linea. Che si tratti di difesa o di energia, stanno contribuendo a trasformare la strategia industriale europea in realtà, proprio quando ne abbiamo più bisogno”.
Von der Leyen è passata quindi al tema assolutamente prioritario e strategico per questa Commissione, della semplificazione delle norme Ue che pesano sulle imprese. “Allo stesso tempo – ha notato -, è chiaro che l’industria europea si trova ad affrontare forti venti contrari. Alcuni provengono dall’esterno: l’impatto di dazi e conflitti, o distorsioni commerciali interruzioni delle catene di approvvigionamento. Ma alcuni li abbiamo creati noi stessi, almeno in parte: dagli elevati prezzi dell’energia e dai pesanti oneri normativi, alla mancanza di capitali e alla difficoltà di accedervi. Dobbiamo difendere i nostri interessi, in un mondo in cui altri fanno esattamente lo stesso, e non sono più vincolati dalle stesse regole. Ma dobbiamo anche guardare al nostro interno e rimuovere le barriere che ci frenano. Quindi, su entrambi i fronti, il mio messaggio oggi è semplice: l’Europa – ha assicurato – capisce il problema. E si sta dedicando a questo”.
La presidente della Commissione ha spiegato a questo punto i tre pilastri della strategia per sostenere l’industria europea. “Il primo pilastro riguarda il miglioramento del funzionamento del nostro mercato interno. Operiamo in un contesto esterno più difficile, e questa è una sfida per un’economia come la nostra, dove le esportazioni rappresentano quasi un quinto del nostro valore aggiunto. Ma il partner commerciale più importante dell’Europa – ha sottolineato – è l’Europa stessa. Quasi il 65% dei nostri scambi commerciali avviene all’interno dell’area europea, che comprende Regno Unito, Norvegia e Svizzera. Quindi, se sfruttiamo appieno il potenziale del nostro mercato, possiamo offrire alle nostre aziende un porto sicuro. E possiamo dedicare molto meno tempo a preoccuparci di ciò che gli altri scelgono di fare. È qui che entrano in gioco la semplificazione e la rapidità: un punto che sento dall’industria, forse più di ogni altro, è la necessità di eliminare gli ostacoli che rendono difficile fare business in Europa”.
“Oggi – ha notato von der Leyen -, le aziende dell’Ue spendono circa il 2% del loro fatturato solo per rimanere in regola” con le normative. “Si tratta della metà di quanto spendono per l’energia, anche dopo lo shock energetico. Ecco perché la semplificazione è al centro dell’attenzione di questa Commissione. E vorrei essere chiara sullo spirito dei nostri sforzi di semplificazione: i nostri obiettivi climatici rimangono invariati, perché per pianificare gli investimenti serve prevedibilità, non politiche ondivaghe”.
Ma c’è differenza – ha rimarcato – tra fissare obiettivi chiari, e sovraccaricare le aziende di burocrazia. Un buon esempio è la nostra semplificazione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alla Frontiera”, il regolamento Cbam che imporrà dei “dazi climatici” alle importazioni di cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti ed energia elettrica importati nell’Ue da paesi che non hanno regimi per la riduzione delle emissioni analoghi all’Ets (“Emission Trade System”) europeo. “È un sistema che protegge dalla concorrenza sleale dei grandi inquinatori”. Ma il testo che era stato approvato, ha lamentato la presidente della Commissione “creava troppi obblighi di rendicontazione insostenibili per le piccole imprese e le piccole imprese a media capitalizzazione. Pertanto esenteremo queste aziende dal Cbam. Sono il 90% delle aziende, tuttavia, sono responsabili di meno dell’1% dei volumi di importazione e delle emissioni. L’impatto climatico di questa misura è quindi minimo. Ma il sollievo per le Pmi e le piccole imprese a media capitalizzazione è enorme”.
“È così che funzionano – ha spiegato ancora von der Leyen – i nostri pacchetti di semplificazione: i famosi pacchetti ‘omnibus’. Ne abbiamo già proposti sei, incluso quello sulla difesa, e proprio l’altro ieri abbiamo aggiunto un ‘omnibus’ per l’industria chimica. E ne proporremo altri per i settori più strategici”.