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venerdì, 18 Luglio, 2025
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Dazi, non dipende solo dall’America: dipende anche da noi

Gli europei dovrebbero chiarirsi le idee sul corso da prendere. L’autore ha scritto per la rivista Il Mulino un articolo (“I dazi: collaborazione e ritorsione?” ) che qui riportiamo nella parte conclusiva.

[…] Gli europei dovrebbero chiarirsi le idee sul corso da prendere. Business as usual, come pensano alcuni, approfittando dello svantaggio daziario che oggi colpisce la Cina? Oppure ripensamento del suo modello di sviluppo, nell’interesse suo (europeo) e del mondo, da un modello a bassi salari ed elevati surplus di bilancia estera a uno trainato dagli investimenti e dalla domanda interna? Nel frattempo, ci dibattiamo nel dilemma: comprensione o ritorsione?

Ma la risposta sta solo e soltanto nell’organizzazione europea, in un caso e nell’altro. Entrambe le vie possono essere praticabili, se si danno scala e scopi continentali.

Neppure Adam Smith – col suo superbo incedere logico-storico, sempre incline a introdurre concessioni ed eccezioni per situazioni storicamente condizionate – aveva in tema parole univoche:

“Il caso in cui talvolta ci si domanda per quanto tempo sia opportuno continuare la libera importazione di certe merci estere si ha quando qualche nazione straniera limita con elevati dazi o proibizioni l’importazione di alcune delle nostre manifatture nel proprio Paese”.

Siamo nel libro quarto della sua Ricchezza delle nazioni (1776), dedicato ai Sistemi di economia politica. Lì l’economista scozzese si sofferma su alcuni esempi storici, come la tariffa francese istituita da Colbert nel 1667 alla quale gli olandesi opposero un netto rifiuto (ne seguì la guerra d’Olanda del 1672-1678). A proposito di quel rifiuto scrive:

“Rappresaglie di questo tipo possono essere una buona politica quando è probabile che esse provochino la revoca degli elevati dazi o proibizioni lamentati. In generale il recupero di un grande mercato estero compenserà abbondantemente il temporaneo inconveniente di pagare per breve tempo più cari alcuni tipi di merci”.

Ma aggiunge:

“Giudicare se sia probabile che queste ritorsioni producano questo effetto non compete forse tanto alla scienza del legislatore, le cui deliberazioni dovrebbero essere governate da principî generali che sono sempre gli stessi, quanto all’abilità di quell’insidioso e astuto animale volgarmente chiamato uomo di Stato o politico i cui giudizi sono ispirati alle circostanze del momento”.

La crescita dell’economia globale sarà quest’anno la più bassa dell’ultimo quarto di secolo, esclusi gli anni 2009 e 2020. Sempre che gli annunci siano finiti.

Leggi larticolo completo su il Mulino”:

I dazi: collaborazione o ritorsione?