Una destra tra due sponde
Trump promette (minaccia) di diventare la carta matta della politica italiana. La guerra dei dazi, infatti, mette la compagine di Meloni al bivio della sua scelta più fondamentale. Puntare tutto sull’europeismo, lasciandosi alle spalle l’illusione di un rapporto speciale con l’amministrazione americana. Oppure confidare di poter rimanere per così dire a cavallo dell’Atlantico, scommettendo che il legame tra i conservatori europei e i repubblicani d’oltreoceano possa prima o poi tornare utile ad attutire i colpi di questi ultimi giorni.
Un bivio scomodo per la premier
Questo bivio è complicato dal fatto che una parte della sua coalizione tifa apertamente contro l’Europa e un’altra parte tifa a favore. Una contraddizione che fin qui la premier ha cercato di gestire surfando sulle onde di questa contraddizione con una certa abilità. Peccato che a questo punto il mare sia in tempesta e il surf non sia più il modo giusto di affrontarlo.
L’Europa non può più aspettare
Certo, la diplomazia ha le sue regole e la prudenza ha i suoi diritti. E perfino l’Unione Europea, che è istituzionalmente la titolare di questa partita, sulle prime ha mostrato di reagire con una sorta di calcolata, imbarazzata e perfino un tantino pavida prudenza alla sfida lanciata dal presidente americano. Resta il fatto che questa partita non si potrà giocare a lungo con il fioretto delle belle parole e delle buone intenzioni.
Il talento geopolitico si misura ora
Prima o poi anche l’Europa, tutta intera o solo una parte, dovrà decidere qual è il prezzo della sua unità. È lì, per l’appunto, che si misurerà anche il talento geopolitico della Meloni. Alla quale non sarà più consentita la comoda ambiguità in cui si è rifugiata finora.
Fonte: La Voce del Popolo – 17 luglio 2025
Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della diocesi di Brescia