(…) Il Formez nasce come Centro di formazione e studi in una delibera del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno del marzo 1959. Nel contribuire a quella decisione Giuseppe De Rita scrisse la parte sulla formazione professionale ispirandosi ai centri interaziendali dell’IRI; mentre Ubaldo Scassellati scrisse la parte sulla formazione dei quadri ispirandosi, come si dirà, più avanti a un testo del governo greco.
Occorre sottolineare che si formano nel tempo convinzioni che maturano in linee di pensiero e di azione che consentono interventi nuovi e diversi, che vanno oltre il “primo tempo” della infrastrutturazione e oltre il “secondo tempo” della industrializzazione del Mezzogiorno. É attraverso la Cassa e l’IRI, attraverso la Olivetti e la Svimez e, soprattutto, attraverso le intuizioni e le azioni di alcune personalità che vi operano che si arriva al cosiddetto “terzo tempo” – il tempo della centralità del fattore umano in un’epoca in cui si assiste all’insorgere della tecnologia come nuova dimensione della vita sociale, che allo stesso tempo potenzia e depotenzia l’umano. Di quel “terzo tempo” dello sviluppo il Formez è l’espressione.
Ma il Formez, come detto, non nasce nel vuoto. Vi erano esperienze diverse e precedenti che con essa si intrecciavano: vi era l’IPSOA di Olivetti-Martinoli (dal 1952) e vi era l’INAPLI (l’Istituto nazionale per l’addestramento e il perfezionamento dei lavoratori dell’industria), istituito nel 1938 dal fascismo e risorto due volte: nel 1945, con l’espunzione dell’aggettivo “fascista” dal nome; e nel 1949, con l’ampliamento delle sue competenze. Dal 1960 al 1967 l’INAPLI fu presieduto da Luigi Granelli – della corrente “La Base” della Democrazia Cristiana – che più avanti fu ministro della ricerca scientifica e tecnologica (1983-1987) e delle partecipazioni statali (1987-1988). L’INAPLI pubblicava una rivista, di cui Granelli fu direttore, intitolata “Qualificazione”. Nel 1963 Granelli fu componente del primo Consiglio di amministrazione del Censis.
Si trattava dunque di destini e percorsi incrociati che coglievano ciascuno certi aspetti dell’Italia nuova. Il fatto nuovo, che Martinoli ipotizza già nel 1959 – nella “piena” del miracolo economico 1958-1963 – è che vi sarà uno sviluppo del reddito, un aumento della complessità del sistema di imprese, un crescente fabbisogno di quadri intermedi e direttivi, un’espansione della scolarità superiore. In realtà, solo il primo e il quarto di questi processi si realizzerà effettivamente e ciò genererà squilibri sul mercato del lavoro (…).
Questo testo è uno stralcio, senza note a pie’ di pagina, del saggio di Giovanni Farese tratto dal recente volume G. Farese e G. Melis (a cura di), “Il Formez per il Mezzogiorno e per l’Italia. Classi dirigenti, istituzioni e sviluppo economico dagli anni Sessanta agli anni Novanta” (il Mulino, 2025), con testi di A. Giannola, G.P. Manzella, F. Dandolo, A. Bonatesta, S. Cassese, S. Zoppi, N. Parmentola, T. Fumarola.