Nei giorni scorsi la presidente Giorgia Meloni ha giustamente festeggiato il superamento del traguardo dei mille giorni di durata del suo governo, che si colloca tra i più longevi della storia repubblicana. La stessa On. Meloni ha più volte sottolineato l’esigenza di confrontare i risultati del suo governo rispetto alle aspettative e alle promesse indicate nella campagna elettorale del 2022. Nei giorni scorsi avevo sintetizzato così questi risultati:
“RAI-Telemeloni” ci racconta ogni sera la favola del “tutto va bene”, a sostegno della vulgata governativa. Sarebbe ora di verificare quanto era stato promesso dalla Meloni e quanto sia stato attuato, dopo gli oltre mille giorni di durata del suo governo. Questi i dati incontrovertibili:
- Abolizione legge Fornero – NO
- Eliminazione accise sulla benzina – NO
- Blocco navale – NO
- Flat tax – NO
- Asili nido gratis – NO
- Piano per il Sud – NO
- Rinnovo opzione donna – NO
- Pensioni minime a 1000 € – NO
- Cassintegrati e disoccupati contati come occupati – SÌ
Per ora la favola sembra funzionare, ma per quanto potrà durare l’incantesimo?
Indicatori preoccupanti
Anche gli amici di area ex DC che hanno votato per Fratelli d’Italia e/o sono sostenitori di questa esperienza politica non hanno saputo obiettare nulla all’evidenza dei dati esposti. Ad essi vanno aggiunti i seguenti:
- Pressione fiscale: 42,6%
- Reati rispetto al 2024: +2% (a proposito di sicurezza dei cittadini)
- Debito pubblico: 135,3% del PIL
- Sbarchi irregolari: +10% rispetto al 2024
- Italiani fuggiti dall’Italia (in gran parte giovani): 191.000 solo nel 2024
- Stipendi reali, potere di acquisto: -10,5% rispetto al 2019
Si direbbe un risultato fallimentare, mentre invece, dai sondaggi – la profezia che si auto-adempie o si auto-distrugge – sembra che il consenso al governo della destra non si sia ridotto.
L’assenza di un’alternativa credibile
Molti dell’area cattolica preferiscono questo governo a un’alternativa di sinistra, ridotta a “partito radicale di massa” con valori antagonisti a quelli cattolici: dall’aborto all’eutanasia e ai matrimoni LGBT, tutti facenti parte del bagaglio valoriale del partito della Schlein. È evidente che una tale sinistra non sembra costituire una valida alternativa al governo degli eredi almirantiani uniti ai leghisti salviniani e con la copertura del centro di Forza Italia.
Né più affidabili appaiono quelli del M5S, dopo averli già sperimentati. Ecco perché è necessario ricomporre un centro politico nuovo, costituito dalla collaborazione tra le componenti culturali che hanno fatto grande l’Italia: popolare, liberale, riformista e socialista.
La riforma elettorale come premessa
Tutto ciò presuppone il ritorno alla legge elettorale di tipo proporzionale con preferenza, al fine di superare quel bipartitismo imperfetto che, dal Mattarellum, Porcellum, Rosatellum, ha imposto la scelta obbligata del “di qua o di là”, destra o sinistra. Con il bel risultato che l’elettorato diserta le urne per oltre il 50%, permettendo a una maggioranza della minoranza degli elettori di controllare tutto il potere di governo.
Le iniziative di “Iniziativa Popolare”
È questa una delle ragioni per cui Iniziativa Popolare, il movimento nato dalla collaborazione di molti amici democratico-cristiani e oggi coordinati da due giovani – Matteo Orioli, marchigiano, e Roberta Ruga, veneziana – ha promosso, con l’aiuto autorevole dell’avvocato Enzo Palumbo, liberale, due leggi di iniziativa popolare (LIP) per:
- il ripristino della legge elettorale proporzionale con preferenza;
- l’introduzione del cancellierato modello tedesco.
Quest’ultima LIP, in alternativa al progetto governativo del premierato meloniano – un unicum nel quadro internazionale (adottato a suo tempo in Israele, fu ben presto abbandonato perché condannava all’ingovernabilità) – è finalizzata a garantire la natura di Repubblica parlamentare, in linea con la Costituzione, e con l’introduzione dell’istituto della sfiducia costruttiva, in grado di garantire la governabilità del sistema.
Per la presentazione delle due LIP, a settembre verrà avviata la raccolta di firme online. Ne serviranno almeno 50.000 e, per questa raccolta, ci auguriamo che tutte le diverse espressioni politico-culturali dell’area DC e popolare, insieme a quelle di area democratico-costituzionale, si impegnino per il raggiungimento dell’obiettivo.