Roma, 17 ago. (askanews) – “Cari amici, il mondo ci abitua a scambiare la pace con la comodità, il bene con la tranquillità. Per questo, affinché in mezzo a noi venga la sua pace, lo shalom di Dio, Gesù deve dirci: ‘Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!'”. L’invito del Papa, alla messa celebrata ad Albano, è a “non vivere più per noi stessi, di portare il fuoco nel mondo. Non il fuoco delle armi, e nemmeno quello delle parole che inceneriscono gli altri. No. Ma il fuoco dell’amore, che si abbassa e serve – dice – che oppone all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza; il fuoco della bontà, che non costa come gli armamenti, ma gratuitamente rinnova il mondo. Può costare incomprensione, scherno, persino persecuzione, ma non c’è pace più grande di avere in sé la sua fiamma”, chiosa Leone.
“Forse i nostri stessi familiari, come preannuncia il Vangelo, e persino gli amici si divideranno su questo. E qualcuno – prosegue il Pontefice – ci raccomanderà di non rischiare, di risparmiarci, perché importa stare tranquilli e gli altri non meritano di essere amati. Gesù invece si è immerso nella nostra umanità con coraggio. Ecco il ‘battesimo’ di cui parla: è il battesimo della croce, un’immersione totale nei rischi che l’amore comporta. E noi quando, come si dice, ‘facciamo la comunione’, ci alimentiamo di questo suo dono audace. La Messa nutre questa decisione”, conclude il Pontefice.
“Ognuno è un dono per gli altri. Abbattiamo i muri”, ha anche detto il Papa. “Ringrazio chi opera in ogni comunità cristiana per facilitare l’incontro fra persone diverse per provenienza, per situazione economica, psichica, affettiva: solo insieme – ha aggiunto – solo diventando un unico Corpo in cui anche il più fragile partecipa in piena dignità, siamo il Corpo di Cristo, la Chiesa di Dio”.