Roma, 22 ago. (askanews) – “L’Europa è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava”. E’ quanto ha affermato l’ex premier Mario Draghi, in un passaggio del suo discorso accolto con forti applausi al meeting di Rimini. “L’Unione Europea, nonostante abbia dato il maggior contributo finanziario alla guerra in Ucraina, e abbia il maggiore interesse in una pace giusta, ha avuto finora un ruolo abbastanza marginale nei negoziati per la pace”. Così ancora Draghi, in un altro passaggio del suo intervento al meeting.
I governi dell’Unione europea devono trasformare lo “scetticismo in azione” e devono farlo “ora quando abbiamo ancora il potere di disegnare il nostro futuro”, non “quando le circostanze saranno divenute insostenibili”. Così l’ex premier Mario Draghi, il quale sferza la platea del meeting di Rimini, rinnovando il suo appello ad agire affinché l’Europa possa “cambiare la traiettoria del continente” e possa, rinnovandosi, ritrovare se stessa. L’Unione europea, ha sottolineato, è un “meccanismo per raggiungere gli obiettivi condivisi dai suoi cittadini” ed è “la nostra migliore opportunità per un futuro di pace, sicurezza, indipendenza: è una democrazia e siamo noi, voi, i suoi cittadini, gli europei che decidono le sue priorità”.
D’altronde, osserva l’ex presidente della Bce, “per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno, in cui questa illusione è evaporata”. Di fronte ai recenti avvenimenti, dall’imposizione dei dazi da parte degli Usa alle politiche della Cina che “non considera l’Europa come un partner alla pari e usa il suo controllo nel campo delle terre rare per rendere la nostra dipendenza sempre più vincolante”, “non è sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi. Ma è importante chiedersi quale sia veramente l’oggetto di questo scetticismo”, ha affermato Draghi. “Non è – ha sottolineato – uno scetticismo nei confronti dei valori su cui l’Unione Europea era stata fondata: democrazia, pace, libertà, indipendenza, sovranità, prosperità, equità”.
“Credo piuttosto che lo scetticismo riguardi la capacità dell’Unione Europea di difendere questi valori. Ciò è in parte comprensibile. I modelli di organizzazione politica, specialmente quelli sopra-statuali, emergono in parte anche per risolvere i problemi del loro tempo. Quando questi cambiano tanto da rendere fragile e vulnerabile l’organizzazione preesistente, questa deve cambiare”, ha evidenziato.