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martedì, 9 Settembre, 2025
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L’arte di Paolo Mayol a Frascati dal 9 al 21 settembre

Roma, 8 set. (askanews) – L’arte di respiro internazionale di Paolo Mayol sbarca al Museo Tuscolano-Scuderie Aldobrandini di Frascati (piazza Marconi 6), dove lo scultore terrà dal 9 al 21 settembre 2025 la mostra “I riti del tempo: la pace”. L’inaugurazione, prevista martedì 9 settembre alle ore 17, sarà accompagnata dal saluto delle autorità locali e dalla presentazione critica di Franco Campegiani. L’esposizione, promossa dal MUSA diretto da Alfredo Moraci e patrocinata dal Comune di Frascati con il sostegno della sindaca Francesca Sbardella e dell’assessore Matteo Filipponi, è organizzata in collaborazione con Casa delle Culture e Laboratorio Calcografico San Nilo. La rassegna sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 19, con chiusura il lunedì. La sindaca di Frascati Francesca Sbardella sottolinea l’intento dell’artista in esposizione nella sua città: “Volti, corpi, pensieri, emozioni: le sculture di Paolo Mayol trovano oggi spazio alle Scuderie Aldobrandini per raccontarci le storie della vita, quelle che viviamo ogni giorno ma che spesso ci sfuggono nella frenesia del quotidiano. Ogni opera ci invita a fermarci, a osservare, a prendere coscienza di ciò che siamo e di ciò che potremmo diventare. La pace, così fragile e necessaria, diventa qui tangibile, percorribile, qualcosa che si costruisce guardando, sentendo e comprendendo. La mostra ci propone uno sguardo nuovo, ci sfida a confrontarci con noi stessi e con il mondo”.

Le 84 opere in esposizione al MUSA, tra sculture, dipinti, bassorilievi e incisioni, tracciano un percorso immersivo nella poetica di Mayol. Finestra sull’orizzonte, come esempio-chiave, racconta la guerra e la fragilità della vita umana, con aerei in piombo e rame che sfiorano un cielo pluricolore, simbolo della diversità dei popoli. L’arte di Mayol trasforma il dramma in riflessione: ogni particolare – la coda di un uccello, un pesce sospeso – è metafora di come anche nelle situazioni più difficili la vita continui, molteplice e resistente. Franco Campegiani osserva: “Mayol non si limita a rappresentare, egli costruisce un dialogo continuo tra forma e significato, tra materia e tempo. Ogni scultura è un’esperienza etica, un laboratorio di pensiero in cui l’artista si confronta con la propria ombra, con la violenza del mondo e con la necessità di ritrovare un ordine simbolico”. Il critico prosegue la sua analisi, scandagliando l’opera di Mayol Metafora, tracciandola come “un racconto della storia dell’umanità: dalle origini fluide e indeterminate fino alla danza armoniosa dell’essere umano che si confronta con il mito e con la realtà. Qui il tempo diventa osservabile, misurabile, ma anche emozionabile. È un invito a percepire la profondità dei cicli della vita”. Le sculture come Eternità e i cinque Totem sono al centro della riflessione sulla continuità e sullo scorrere del tempo. Campegiani sottolinea: “I Totem ruotanti non sono solo sculture: sono metafore dell’unità dei popoli, del dialogo necessario tra culture e della ciclicità della vita. Ciascun Totem, pur simile agli altri, ha un colore diverso, e insieme formano un coro di voci armoniche. Mayol ci mostra che la diversità non è conflitto ma ricchezza”. Anche le incisioni, come Cronostasi-Il tempo dei miti e L’albero degli specchi, rivelano il rapporto tra mito, introspezione e memoria collettiva. Campegiani evidenzia come gli specchi, ricorrenti nelle opere, siano simboli di consapevolezza: “Guardando se stessi riflessi nelle figure di Mayol, lo spettatore è chiamato a confrontarsi con il proprio tempo interiore, con le scelte e le responsabilità morali. Non c’è estetica fine a sé stessa, ma un progetto etico, in cui la bellezza serve da veicolo per la riflessione profonda”. Le opere recenti in vetro di Murano con bassorilievi in bronzo e i cinque trittici delle “Colombe della Pace” ampliano ulteriormente il tema centrale della mostra: il dialogo, l’armonia, la condivisione. Campegiani commenta: “Ogni oggetto, ogni incisione, ogni scultura è un tassello di un mosaico più grande, un invito a comprendere che la pace si costruisce nei dettagli, nel quotidiano. L’arte di Mayol non si limita a stimolare lo sguardo: educa l’anima e la coscienza, ricordandoci che il tempo non attende e che ogni gesto, anche piccolo, contribuisce a un mondo migliore”.