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mercoledì, 17 Settembre, 2025
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Euro digitale, Cipollone: modernizzare la moneta di banca centrale

Roma, 17 set. (askanews) – La digitalizzazione “sta limitando il ruolo del contante e aumentando la nostra dipendenza da fornitori di servizi di pagamento digitali non europei”. In questo quadro Bce e Eurosistema delle banche centrali vogliono “modernizzare la moneta di banca centrale”, e il progetto chiave su cui puntano in questo ambito è quello dell’euro digitale. Lo ha spiegato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce, dove ha la delega sui sistemi di pagamento, durante un video collegamento con il comitato esecutivo dell’Abi, riunito a Milano.

Oltre all’euro digitale le banche centrali dell’area valutaria lavorano su nuove tecnologie per il regolamento di operazioni all’ingrosso e sull’interconnessione transfrontaliera con le giurisdizioni non Ue. Questo mentre “la tokenizzazione e la tecnologia a registro distribuito (distributed ledger technology, Dlt) potrebbero rivoluzionare le operazioni finanziarie”. Al momento “nessuna soluzione di pagamento europea consente di effettuare pagamenti digitali in tutta l’area dell’euro”, ha detto Cipollone.

Inoltre “nuove attività di regolamento potrebbero reintrodurre frammentazione e rischio di credito”, mentre “le tensioni geopolitiche stanno accrescendo i rischi di frammentazione nel sistema finanziario mondiale”.

Secondo Cipollone, l’euro digitale offrirebbe maggiore praticità quotidiana, essendo disponibile per tutti e, avendo corso legale, accettato in tutta l’area dell’euro per qualsiasi pagamento digitale. Inoltre “standard e rete di accettazione aperti offrirebbero una piattaforma per l’innovazione e portata paneuropea”. E anche la governance per la sua gestione sarebbe europea, posto che l’euro digitale offrirebbe anche funzionalità offline.

L’euro digitale sarebbe una versione digitalizzata della valuta di banca centrale (Cbdc), strumento su cui puntano l’Ue, con la Bce e la Commissione europea, e su cui stanno lavorando diverse economie nel mondo, tra cui la Cina o il Brasile. Non è invece nei piani degli Stati Uniti: qui infatti l’amministrazione Trump ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle altre agenzie federali di sviluppare Cbdc, additandole, in un ordine esecutivo del gennaio scorso, come “una minaccia alla stabiltà finanziaria, al diritto alla riservatezza dei cittadini e alla stessa sovranità Usa”.

Gli Usa puntano piuttosto sulle Stablecoin, una tipologia di criptoasset che cercano di offrire stabilità nel valore aggancaindosi ad un attivo sottostante, nel caso degli Usa il dollaro o titoli di Stato in dollari. Quasi specularmente nella Ue le stablecoin vengono viste con aperta diffidenza, sia perché collegate al volatile e a volte opaco universo delle cripto, sia perché generalmente ritenute un mezzo che potrebbe essere utilizzato per entrare in competizione con la moneta sovrana dei Paesi Ue e in particolare dell’eurozona. (fonte immagine: ECB).