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mercoledì, 17 Settembre, 2025
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La Commissione Ue propone restrizioni al commercio e sanzioni a Israele

Bruxelles, 17 set. (askanews) – La Commissione europea ha approvato oggi a Bruxelles una proposta, che verrà ora presentata al Consiglio Ue, per la sospensione di alcune disposizioni commerciali dell’Accordo di associazione tra l’Ue e Israele, e diverse altre proposte di sanzioni personali contro i terroristi di Hamas, i ministri israeliani estremisti e i coloni ebrei violenti in Cisgiordania. La Commissione ha deciso inoltre di sospendere il suo sostegno bilaterale a Israele, a eccezione dei fondi destinati alla società civile e a Yad Vashem (il Memoriale dell’Olocausto). Questo inciderà in particolare sulle future assegnazioni annuali tra il 2025 e il 2027, nonché sui progetti di cooperazione istituzionale in corso con lo Stato ebraico e sui progetti finanziati nell’ambito del Fondo di cooperazione regionale Ue-Israele.

“L’avanzata del governo israeliano a Gaza City – ha detto l’Alta Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune, Kaja Kallas, presentando le decisioni della Commissione in una conferenza stampa oggi a Bruxelles, rappresenta una nuova escalation del conflitto e aggraverà ulteriormente la crisi umanitaria. Oggi – ha riferito – ho presentato un robusto pacchetto di sanzioni contro i terroristi di Hamas, contro i ministri estremisti del governo israeliano, e contro i coloni violenti in Cisgiordania e le entità che sostengono l’impunità” dei loro atti”. Inoltre, “la Commissione ha adottato una proposta per sospendere parzialmente le concessioni commerciali”, ovvero la riduzione o l’azzeramento dei dazi secondo la clausola della “nazione più favorita”, prevista nell’Accordo di Associazione con Israele.

“Voglio essere molto chiara: l’obiettivo – ha precisato l’Alta Rappresentante – non è punire Israele; l’obiettivo è migliorare la situazione umanitaria a Gaza. Tutti gli Stati membri concordano sul fatto che la situazione a Gaza è insostenibile. La guerra – ha sottolineato Kallas – deve finire, le sofferenze devono cessare e tutti gli ostaggi devono essere rilasciati. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per raggiungere questi obiettivi. E non dobbiamo inoltre perdere di vista i pericolosi sviluppi in Cisgiordania che riducono la fattibilità della soluzione dei due Stati”.

Le misure prese o proposte oggi erano state annunciate dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante il suo discorso al Parlamento europeo “sullo stato dell’Unione”, mercoledì scorso a Strasburgo. “Le proposte – spiega una nota della Commissione – fanno seguito a una verifica del rispetto da parte di Israele dell’articolo 2 dell’Accordo di associazione” con l’Ue, “in cui è stato rilevato che le azioni intraprese dal governo israeliano rappresentano una violazione di elementi essenziali relativi al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”, un circostanza che “autorizza l’Ue a sospendere unilateralmente l’Accordo”.

La violazione, precisa la nota, “si riferisce in particolare al rapido deterioramento della situazione umanitaria a Gaza a seguito dell’intervento militare di Israele, del blocco degli aiuti umanitari, dell’intensificazione delle operazioni militari e della decisione delle autorità israeliane di portare avanti il piano di insediamento nella cosiddetta area E1 della Cisgiordania, il che mina ulteriormente la soluzione dei due Stati”. La nota riporta poi una dichiarazione di von der Leyen: “I terribili eventi che si verificano quotidianamente a Gaza – afferma la presidente della Commissione – devono cessare. È necessario un cessate il fuoco immediato, un accesso illimitato a tutti gli aiuti umanitari e il rilascio di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas”.

“L’Unione europea – ricorda ancora von der Leyen – – rimane il principale donatore di aiuti umanitari e un incrollabile sostenitore della soluzione dei due Stati. Riflettendo su questi impegni di principio e tenendo conto dei gravi sviluppi recenti in Cisgiordania, proponiamo di sospendere le concessioni commerciali con Israele, sanzionare i ministri estremisti e i coloni violenti e sospendere il sostegno bilaterale, senza compromettere il nostro lavoro con la società civile israeliana o con Yad Vashem”. La sospensione delle principali disposizioni commerciali dell’accordo significa, in pratica, che le importazioni da Israele perderanno il loro accesso preferenziale al mercato dell’Ue e saranno pertanto soggette ai dazi normalmente applicati a qualsiasi altro paese terzo con cui l’Unione non abbia un accordo di libero scambio.

Questa proposta, che rientra nella politica commerciale comune dell’Unione, deve essere adottata dal Consiglio Ue a maggioranza qualificata. Una volta adottata la decisione il Consiglio di associazione Ue-Israele sarà informato della sospensione, che entrerà in vigore 30 giorni dopo la notifica.

Resta da vedere, comunque, se Germania e Italia aggiungeranno il proprio sostegno a questa decisione, o se formeranno una minoranza di blocco in Consiglio Ue votando contro o astenendosi.

Quanto alle sanzioni, il pacchetto contiene quattro progetti di atti giuridici diversi, con nove proposte di inserimento nella lista nera riguardanti riguardanti ministri e coloni israeliani accusati violazione dei diritti umani, e con un elenco di 10 nuovi membri del ‘politburo’ di Hamas. Per queste decisioni è necessaria l’unanimità degli Stati membri favorevoli in Consiglio Ue. In questo caso, basterebbe il veto di un solo paese (è attesa in particolare la decisione dell’Ungheria) a bloccare tutto.

Per la sospensione del sostegno finanziario bilaterale, infine, la Commissione può procedere da sola, semplicemente non stanziando i fondi che erano programmati nel Quadro di bilancio pluriennale per quest’anno e fino al 2027. Si tratta di circa 6 milioni di euro all’anno nel’ambito dello strumento “Global Europe” per il Vicinato, lo sviluppo e la cooperazione, e di 14 milioni di euro in totale nell’ambito dei progetti di cooperazione istituzionale bilaterale, e nel quadro dei cosiddetti “Accordi di Abramo”.