New York, 22 set. (askanews) – Francia, Canada, Regno Unito, tra i Paesi del G7; Australia, Portogallo, Malta tra gli altri. Sono più di dieci i Paesi che oggi, a New York, annunceranno il riconoscimento dello Stato di Palestina, seguendo la strada già imboccata da Spagna, Norvegia, Irlanda e Slovenia.
L’occasione è la “Conferenza di Alto Livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati”, co-presieduta oggi pomeriggio da Francia e Arabia Saudita nell’ambito della settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ai lavori non partecipa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa comunque oggi a New York, ma l’Italia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. La posizione italiana, come espressa più volte anche nelle scorse settimane, è che c’è pieno sostegno alla soluzione “due popoli due Stati” ma non è questo il momento di riconoscere la Palestina. Appena nel luglio scorso, anzi, la premier aveva detto di ritenere “controproducente” il riconoscimento di “una cosa che non esiste”. Dunque, aveva concluso, “essendo favorevolissima allo Stato della Palestina, non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione”.
Il summit di oggi – in cui non verranno adottati nuovi documenti – segue la Conferenza internazionale organizzata da Parigi e Riad a New York dal 28 al 30 luglio 2025. In quel contesto l’Italia (rappresentata dalla sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi) ha partecipato in qualità di co-chair con l’Indonesia del “Gruppo di Lavoro sulla Sicurezza”. Nell’ambito del gruppo di lavoro, le proposte italo-indonesiane si sono concentrate sull’istituzione di un meccanismo temporaneo e imparziale che garantisca al contempo il rispetto del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la sicurezza sia di Israele sia della popolazione palestinese. Nel quadro di tale meccanismo si metterebbero a disposizione anche esperti per favorire la ripresa di una piena assistenza umanitaria, in linea con i principi di neutralità, indipendenza e imparzialità dell’aiuto. L’Italia ha quindi aderito alla Dichiarazione di New York, atto finale della Conferenza di luglio, che affronta i diversi aspetti della questione palestinese e punta a stabilire un’azione collettiva che ponga fine alla guerra a Gaza e consenta di raggiungere una soluzione pacifica e durevole del conflitto israelo-palestinese sulla base dell’effettiva attuazione della soluzione a due Stati.
Lo scorso 12 settembre l’Italia ha poi votato a favore della risoluzione adottata dall’Assemblea Generale Onu con 142 voti a favore (10 i contrari, tra cui Israele e Usa). Il testo prevede il rilancio della soluzione a due Stati con il territorio palestinese governato dall’Autorità nazionale con un comitato amministrativo transitorio da istituire subito dopo il cessate il fuoco.