Bologna, 23 set. (askanews) – Vendere ceramica in 130 paesi significa interpretare 130 modi diversi di concepire lo spazio domestico. Panariagroup, con 8 stabilimenti nel mondo, ha trasformato questa complessit in modello industriale, presentandosi al Cersaie con un villaggio espositivo che insieme showroom e manifesto strategico.
“Sicuramente un momento storico non facile e questo fa s che i nostri clienti abbiano bisogno di trasferire nelle proprie stanze, nei propri edifici, nei propri ambienti, quello che un desiderio che pu essere quello di fare un ambiente accogliente, un ambiente creativo, un ambiente avanzato tecnologicamente – spiega Michele Gruppioni, Marketing Director Panariagroup -. Il fatto di avere una logica multibrand, che quella che ha Panariagroup, ci permette con ognuno di intercettare la domanda pi adeguata”.
Dalla pietra mediterranea di Solaris per Cotto d’Este alla nuova Pulse di Lea Ceramiche, una pietra che non esiste in natura ma nasce dall’immaginazione progettuale. Da Revel di Panaria Ceramica, pensata per ricreare la sensazione del “sentirsi a casa”, fino alle proposte del polo portoghese con Margres, Love Tiles e Gresart che introducono la tecnologia 3D Touch per amplificare la ricchezza sensoriale delle superfici. In mostra al Salone internazionale della Ceramica le grandi lastre che il gruppo modenese ha introdotto sul mercato gi dal 2004. “Oggi diventa imprescindibile essere ben forniti di questo tipo di materiale – prosegue Gruppioni – perch ogni collezione, almeno dal nostro punto di vista per incontrare bene la domanda del settore, deve avere questo che un plus perch davvero il cliente finale grazie a questi materiali pu fare superfici continue, riduce le fughe e la bellezza del materiale si esprime ai massimi livelli”.
Mentre i rivestimenti Made in Italy affrontano la concorrenza internazionale, il gruppo modenese risponde moltiplicando l’offerta: sette brand a Bologna, per dire che nel mercato della personalizzazione di massa, la ceramica ha ancora carte da giocare.