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martedì, 30 Settembre, 2025
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Marche, Meloni ‘festeggia’ Acquaroli e Fdi primo partito. Ora nodo Veneto

Ancona, 29 set. (askanews) – La festa, quella vera, liberatoria, la farà stasera nella sua Potenza Picena, in quello che è il suo ristorante del cuore, lo stesso dove ha seguito – scaramanticamente – anche lo spoglio di oggi. Ma l’immagine della vittoria di Francesco Acquaroli, riconfermato governatore delle Marche con il 52,5% e 8 punti di scarto sullo sfidante Matteo Ricci, sta tutta nel ritratto consegnato a telecamere e fotografi al suo arrivo al comitato elettorale, accompagnato dalla responsabile della segreteria politica di Fdi, Arianna Meloni, e dal capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami. Non c’è la presidente del Consiglio anche se, come confermato da più di una fonte, era stata tentata di essere qui a festeggiare. Alla fine affida la sua soddisfazione a un post sui social. “Francesco Acquaroli vince le elezioni regionali nelle Marche confermandosi presidente. Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua Regione e i suoi cittadini. Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione. Complimenti Francesco e buon lavoro”. Poche parole, tono sobrio, un understament molto diverso dall’entusiasmo che trapela da via della Scrofa.

D’altra parte Giorgia Meloni aveva molte buone ragioni per dover vincere a tutti i costi questa sfida. Intanto, era il primo confronto diretto con il campo largo che poi si riproporrà anche nelle altre cinque regioni che andranno al voto entro fine novembre. Questa vittoria consente di sperare in un sostanziale pareggio per 3 a 3, ben lontano dal rischio di 4 a 1 (allora non era previsto ancora che si votasse anche in Calabria) che si paventava fino a qualche mese fa.

Inoltre, dopo Marco Marsilio, Francesco Acquaroli è il secondo governatore meloniano a essere riconfermato e questo, come ci tiene a sottolineare Arianna Meloni, sconfessa chi ha sempre accusato il partito di non avere una classe dirigente. “C’è – dice – una classe dirigente preparata, che sa governare, con storie di buona amministrazione, di militanza, che quando governa è risolutiva”. In più Acquaroli è tra i fondatori di Fratelli d’Italia, uno che – per usare una espressione cara alla premier – “viene dalla nostra storia”. E infatti è proprio a lei che il governatore appena riconfermato dedica il trionfo, “la prima persona he ha creduto in me”.

Una sconfitta, insomma, sarebbe stata una sconfitta anche della presidente del Consiglio. E, invece, Giorgia Meloni non solo vince ma si toglie anche la soddisfazione di vedere svettare la sua creatura politica sopra tutti gli altri con oltre il 27%, con il Pd che si ferma intorno al 22%. Si registra anche il sorpasso di Forza Italia (8,6%) sulla Lega (7,3%).

Domani, però riparte il treno della campagna elettorale. I leader della coalizione sono tutti attesi a Lamezia Terme per tirare la volata a Roberto Occhiuto nella sua sfida contro Pasquale Tridico. Ma non è escluso che l’evento possa essere anche l’occasione per sciogliere il grande nodo, quello dei nomi dei candidati mancanti in Puglia, Campania e, soprattutto Veneto. Per i primi due sembra rafforzarsi l’idea di due civici, ma è il successore di Zaia il vero punto del contendere. Dalla Lega ostentano sicurezza e danno ormai per certa la ‘nomination’ del candidato di Matteo Salvini, il suo vice segretario, Alberto Stefani. Antonio Tajani, a sua volta, spiega che “il Veneto può andare benissimo a un candidato della Lega” tanto a loro quello che importa è che Flavio Tosi venga candidato a sindaco di Verona. E sebbene tutti i giochi sembrino ormai chiusi, ben informati di Fratelli d’Italia continuano a frenare e a mantenere alto il livello della suspense. “Quello che non possiamo accettare – spiega un alto dirigente – è che ci si dica che dobbiamo rinunciare alla guida di una regione del Nord, anche considerando che ormai sono quelle in cui abbiamo più voti”.