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mercoledì, 1 Ottobre, 2025
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STC: dal 2014 nel Mediterraneo morti o dispersi oltre 32.700 migranti

Milano, 1 ott. (askanews) – Dal 2014 oltre 32.700 persone risultano morte o disperse nel Mediterraneo[1], cercando di raggiungere l’Europa in mancanza di vie regolari e sicure. Solo quest’anno la traversata di una delle rotte più pericolose al mondo è costata la vita a più di 1.200 persone migranti, che hanno perso la vita tra le onde. Tra loro, molti sono bambini, bambine e adolescenti, come troppo spesso ci ricordano le cronache dei giornali. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, a pochi giorni dall’anniversario del drammatico naufragio del 3 ottobre 2013 davanti alle coste di Lampedusa, in cui morirono 368 persone.

“Le persone in fuga da un contesto sempre più caratterizzato da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, povertà estrema, fame, crisi umanitarie non esitano a rischiare la propria vita in traversate estremamente pericolose” sottolinea l’organizzazione, aggiungendo che per questo “continuiamo a chiedere l’apertura di canali regolari e sicuri verso l’Europa che garantiscano il rispetto dei diritti umani e al contempo l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea, garantendo che il salvataggio si concluda in un porto sicuro, sulla terraferma”.

Nel 2025 sono giunte in Italia via mare 50.098 persone rifugiate e migranti, di cui 9.156 minori stranieri non accompagnati, con un’incidenza percentuale del 18% sul totale degli arrivi contro l’11% dell’anno scorsi. I minori stranieri non accompagnati sono tra i gruppi più vulnerabili, bambini, bambine e adolescenti soli che affrontano sfide e situazioni molto complesse per i quali un’immediata accoglienza in un luogo sicuro e l’attivazione di misure di protezione e tutela sono fondamentali.

“Le politiche securitarie e il rafforzamento dei confini europei stanno rendendo sempre più precario e pericoloso il viaggio dei minori stranieri non accompagnati. Le misure restrittive adottate da UE e Stati membri in materia di accesso e asilo hanno un impatto gravemente negativo sui minorenni e sulle persone vulnerabili” ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children, aggiungendo che “le frontiere europee sono diventate luoghi di violenza e violazioni dei diritti umani, dove i respingimenti illegali, anche di minori, sono ormai una pratica diffusa. È inaccettabile che gli interessi nazionali prevalgano sulla tutela dei diritti dell’infanzia. Occorre garantire percorsi di accoglienza e inclusione adeguati ai bisogni specifici dei minorenni, nel pieno rispetto del loro superiore interesse”.

Anche quest’anno Save the Children, “stabilmente presente a Lampedusa per fornire una risposta immediata ai bisogni delle famiglie con bambini e dei minori soli che arrivano sull’isola”, partecipa alle attività organizzate dal Comitato 3 ottobre con laboratori rivolti a studenti italiani e stranieri e con la presenza di una rappresentanza di ragazzi e ragazze del Movimento giovani dell’organizzazione e della redazione di Change the Future, che racconteranno le giornate sui loro canali social.