Milano, 2 ott. (askanews) – “Le operazioni di abbordaggio sono ancora in corso le stiamo seguendo minuto per minuto, siamo in contatto con gli avvocati di alcuni imbarcati e facciamo il possibile perchè possano tornare in Italia il prima possibile. Al netto di questo, continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina. Al tempo stesso mi pare di capire che porti molti disagi al popolo italiano”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in alcune dichiarazioni alla stampa a margine del vertice di Copenaghen, in riferimento allo sciopero generale convocato per domani. Lo sciopero generale indetto dai sindacati per domani “c’entra poco con la questione palestinese e molto con le questioni italiane. Ce lo spiegano gli stessi sindacati: mi sarei aspettata che almeno su una questione che reputavano così importante non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, perché weekend lungo e rivoluzione non stanno insieme”, ha sottolineato Meloni che ha ricordato i palestinesi evacuati e gli aiuti inviati, “con le risorse del popolo italiane che affronterà nei prossimi giorni molti disagi”.
Parole che hanno scatenato la reazione di sindacati e opposizioni . “Non è accettabile l’attacco della presidente Meloni allo sciopero, con minacce di precettazioni. Giù le mani dal diritto di sciopero, l’Italia è migliore di chi la governa”, ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando alla Camera. “Smettetela di criminalizzare ogni piazza e ogni forma di dissenso. Ci saranno scioperi anche domani, noi saremo con loro pacificamente”.
“Pensavo che a un livello così basso un presidente del consiglio non ci arrivasse mai”. Così il leader
della Cgil, Maurizio Landini, a “L’Aria che tira”, ha commentato le parole della premier Giorgia Meloni. “In rapporto con la missione Flotilla – ha detto – abbiamo proclamato per domani lo sciopero generale, rispettando i servizi essenziali che devono essere garantiti, per dire no al genocidio”. Le parole della premier Meloni sono “un’offesa – ha proseguito Landini – deve portare rispetto. Vorrei ricordare, forse Meloni non lo sa, che nella storia di questo Paese nel 1943 per dire no alla guerra furono i lavoratori che usarono anche lo strumento dello sciopero per riconquistare
la democrazia”. Secondo il numero uno della Cgil il presidente del consiglio “non porta rispetto a tanti italiani, che stanno semplicemente difendendo i valori della nostra Costituzione e che non stanno a guardare di fronte a quello che sta succedendo, a differenza di quello che sta facendo lei e di quello che stanno facendo altri. Dovrebbe portare rispetto”.