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venerdì, 3 Ottobre, 2025
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Basket, Banchi: "La Nazionale è al di sopra di tutto"

Roma, 3 ott. (askanews) – “Una scelta imprescindibile. E’ il compito più grande della mia carriera”. Così, nel giorno della presentazione, il ct dell’Italbasket, Luca Banchi ha definito il suo contratto firmato a tempo pieno per dedicarsi esclusivamente alla Nazionale. «È una novità anche per me, ma necessaria. Sentivo il bisogno di dare un’impronta immediata al movimento, non solo alla squadra maggiore ma anche alla base. So che il quotidiano della palestra mi mancherà, ma voglio mettere la mia esperienza al servizio di tutto il basket italiano». Il nuovo ct non chiude alla possibilità di giocatori naturalizzati in azzurro: «Sono sempre stati parte della storia della Nazionale. Non ho preclusioni: il nostro compito sarà monitorare un panorama più ampio, anche fuori dall’Italia. Avremo quasi 50 giocatori italiani attivi negli Stati Uniti, tra NBA, college e high school, e vogliamo seguirli da vicino». Grande attenzione anche ai giovani, sull’onda dell’entusiasmo per l’argento europeo dell’Under 20: «Il risultato dell’U20 deve convincere i club a dare più spazio e opportunità ai ragazzi. Serve lungimiranza, come quella che in passato ha permesso a giocatori come Datome o Mancinelli di emergere». Parlando del recente percorso azzurro, Banchi ha sottolineato come la mancanza di successi non vada ridotta a una questione di risultati: «L’Italia ha perso per dettagli, ma ha sempre mostrato identità e volti nuovi. La visione deve andare oltre il risultato immediato». Il nuovo ct ha poi ricordato la sua esperienza con la Lettonia, portata ai vertici mondiali, e il rapporto di rispetto con il suo predecessore Gianmarco Pozzecco, al quale ha riconosciuto il merito di aver lasciato in eredità uno spirito di squadra forte e condiviso. Sul tema degli atleti di seconda generazione, protagonisti nello sport italiano, Banchi è stato netto: «Non mi piace fare distinzioni: io vedo solo azzurro, il colore della maglia. La Nazionale è al di sopra di tutto. È un privilegio e una responsabilità enorme, la più grande emozione che si possa vivere nello sport».