Livorno, 7 ott. (askanews) – Alcune decine di manifestanti contestano Matteo Salvini a Livorno, con cori di insulti e lancio di uova e razzi, e lui denuncia “la pagina poco bella” per la città labronica e accusa la presenza di “fascisti rossi”, invitando il Pd a prendere le distanze, “ma dopo quello che hanno combinato con Landini – dice – ho i miei dubbi”. Davanti ai militanti, poi, parla di una sinistra che “scherza con il fuoco” mentre “Landini rischia di risvegliare un mostro che pensavamo sparito”.
“Ci stanno infilando in un periodo buio, c’e un odio rosso, un odio di sinistra” rilancia “preoccupato”. Ma, promette, “ho chiesto alla mia segretaria di trovarmi due ore per poter tornare a Livorno venerdì”. Già un paio di ore prima che Salvini metta piede a Livorno, per un evento elettorale con tutti i ministri della Lega (stesso format visto nelle Marche) a sostegno del candidato di centrodestra alla Regione Alessandro Tomasi, i manifestanti, tra cui diversi studenti, si ritrovano in viale Italia chiuso al traffico e sorvegliato dalla polizia in tenuta antisommossa. In strada si alternano cori contro il governo “complice di Israele” nel genocidio di Gaza, varie rivisitazioni di “Bandiera rossa” e una ulteriore versione del rap “Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana”. Quando arriva Salvini – che si ferma a lungo a parlare con i giornalisti proprio davanti ai manifestanti, buttando baci a chi lo insulta – e stupito dalla protesta e dai cori ingiuriosi: “Ci sta che protestino – dice parlando con alcuni cronisti – ma impedire alle persone di passare, questo no. Non me lo aspettavo così” e poi “sono gli stessi che cantano Livorno antifascista”. Quando l’incontro è iniziato un militante denuncia di essere stato strattonato, di aver riportato dei danni al giubbotto, mentre, racconta un dirigente locale, “una ragazza non vedente non ha potuto accedere all’incontro” per problemi di sicurezza. Alla fine due sono gli arresti e Salvini chiosa: ancora pochi. Infine sarà la premier Giorgia Meloni, da Roma, a lanciare un avvertimento: “Attenzione che le cose possono sfuggire di mano”.