Roma, 8 ott. (askanews) – Roma capitale della cultura, con un patrimonio e un’offerta culturale senza eguali, ma a più velocità. Un team di accademici dell’Università Roma Tre ha creato la mappa integrata dei luoghi della cultura della città di Roma, nell’ambito della ricerca PNRR “Changes: Cultural Heritage Innovation for Next-Gen Sustainable Society”. La mappa racconta una città con un’attività culturale viva e in aumento, dove la ricchezza artistica e culturale è concentrata principalmente nel cuore storico e monumentale. Lo studio ha individuato anche sette gruppi di zone urbanistiche, dai più ricchi di cultura a quelli quasi deserti, fornendo così una bussola utile per nuove politiche urbane e per gli investimenti delle imprese creative.
Il progetto offre uno strumento per costruire una Roma più equa, dove la cultura diventi non solo vetrina turistica ma anche occasione di coesione sociale.
Il team di accademici di Roma Tre, composto dalle docenti Michela Addis, Giorgia Masili e Caterina Conigliani, ha realizzato la mappa con software di analisi territoriale, basandosi su un lavoro certosino di raccolta dati. Ad essere stati censiti sono 7.422 luoghi della cultura per 59 categorie tra biblioteche, archivi, librerie, cinema, teatri, musei, monumenti e siti archeologici. Un patrimonio imponente, il cui censimento è in continuo aggiornamento, che mostra un divario: il Centro Storico da solo conta 1.169 presidi culturali, con punte impressionanti come i 36 musei e siti archeologici e ben 27 teatri storici, mentre in periferia ci sono diversi quartieri dove mancano teatri e cinema.
I numeri. La mappa mostra, con dati aggiornati ad aprile 2025, come a Roma ci siano 1.165 tra archivi, biblioteche e sale studio; 761 basiliche, chiese e cappelle; 528 edicole; 348 banchi di libri e librerie; 325 ristoranti; 244 tra musei, monumenti e aree archeologiche; 229 teatri; 192 ville storiche; 117 cinema; 112 tra bar, pub ed enoteche; 60 tra discoteche e club da ballo.
Le varie anime delle zone più ricche. La mappa elaborata dall’Università Roma Tre è basata sulla divisione di Roma in zone urbanistiche, in attesa che si concluda il processo, avviato dal Comune, di revisione della geografia urbana della città e si conoscano nel dettaglio i confini dei nuovi quartieri e rioni che sostituiranno le zone urbanistiche. La mappa mostra chiaramente come il Centro Storico sia il fulcro della vita culturale cittadina, con 1.669 luoghi censiti tra monumenti, chiese e basiliche, musei e archivi di rilevanza nazionale, piazze e spazi aperti, strutture ricettive e luoghi di ristorazione legati al turismo culturale dove sono stati accolti eventi. Secondo sul podio troviamo l’Esquilino con 607 luoghi, caratterizzato da un mix di luoghi storici e spazi multiculturali, con un’elevata presenza di teatri e sale polifunzionali e una forte componente commerciale legata alla cultura. Segue Trastevere, che si colloca al terzo posto con 358 luoghi, nota per la presenza di piccoli teatri e spazi per spettacoli, l’elevata concentrazione di ristoranti e locali con eventi musicali e l’importante patrimonio architettonico e religioso. Dal quarto posto troviamo poi la zona urbana di XX Settembre (282 luoghi della cultura) con una ricca presenza di edifici storici e piazze; Prati (211), zona residenziale ma anche turistica; la zona dell’Università La Sapienza (178), con forte presenza di spazi di studio e biblioteche; la Zona Archeologica (163); Nomentano (145) e Salario (132), quartieri residenziali storici con spazi culturali consolidati; Aventino (127), zona caratterizzata da spazi storici e religiosi.
Le zone meno dotate. Tra le zone urbanistiche con assente o scarsa numerosità di luoghi culturali troviamo invece S. Maria di Galeria, area rurale con scarsa densità abitativa (3 luoghi della cultura); Casetta Mistica, Castel Porziano, Castel Romano, Bufalotta, Martignano, Acquatraversa, Acqua Vergine (tutte con soli 2 luoghi della cultura ciascuna). Seguono poi la zona urbana Centro Direzionale Centocelle (1 luogo della cultura); Tor di Valle (1 luogo della cultura); Santa Palomba (0 luoghi della cultura).
La ricerca degli accademici dell’Università Roma Tre mostra come in oltre 103 zone su 155 non esiste un museo o un’area archeologica, in 96 non c’è nemmeno un cinema, in 83 nemmeno un teatro e 57 sono prive anche di una libreria o banco libri.
Il dato stride con la vitalità degli eventi registrata dalla SIAE nel 2023, che conferma un calendario culturale densissimo, concentrato principalmente nelle aree centrali.
“Questa mappatura è la fotografia della Roma della cultura di oggi e vuole essere uno strumento in più non solo per i decisori pubblici, ma anche per le imprese culturali e creative, per avviare una vera rivoluzione culturale nella nostra Capitale – spiega la prof.ssa Michela Addis, docente Roma Tre e responsabile scientifica della ricerca -. Le zone urbanistiche in cui è stata finora suddivisa Roma presentano diverse disomogeneità al loro interno, tanto che il Comune sta procedendo alla revisione delle unità di analisi per migliorare le omogeneità delle aree, ma ci mostrano chiaramente che Roma è una città a più velocità. Il centro gode di una ricchezza straordinaria, ma le periferie rischiano di restare tagliate fuori. Per costruire un’immagine inclusiva e competitiva della città è necessario dunque riequilibrare l’offerta. Con questo progetto abbiamo voluto fornire uno strumento operativo affinché Roma possa diventare un laboratorio internazionale di innovazione culturale, in cui il patrimonio non è solo memoria, ma leva strategica per il futuro della città e delle sue comunità”.