Roma, 8 ott. (askanews) – La questione dei prigionieri palestinesi da liberare sarà al centro dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, sul piano di pace del presidente americano Donald Trump, che vedranno oggi impegnati in prima persona anche l’inviato Usa Steve Witkoff, e il genero di Trump, Jared Kushner, il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani, il ministro israeliano Ron Dermer e il capo dell’intelligence turca, Ibrahim Kalin.
Un esponente della delegazione di Hamas presente a Sharm el-Sheikh, Taher al-Nunu, ha fatto sapere che “oggi sono state scambiate le liste dei prigionieri da rilasciare secondo i numeri” previsti dal piano di Trump, ma fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano Ynet che le organizzazioni palestinesi starebbero facendo pressioni per portare da 250 a 300 il numero delle persone condannate all’ergostolo da rimettere in libertà. Secondo i dati del “Palestinian Prisoners Club”, sono 303 le persone che stanno scontando l’ergastolo nelle carceri israeliane, alcune da prima degli accordi di Oslo (1993, ndr). “Per questi prigionieri – ha sottolineato un alto funzionario palestinese – questa potrebbe essere l’ultima possibilità di essere liberati, quindi nutrono grande speranza”.
La stessa fonte ha riferito di pressioni da parte di Ankara perchè ad Israele non venga riconosciuto il potere di porre il veto sui nomi dei prigionieri proposti per il rilascio, e si starebbe anche cercando di impedirne l’espulsione in Paesi terzi.
Ieri la stampa egiziana ha fatto sapere che nella lista dei prigionieri sono presenti i nomi di Marwan Barghouti, leader del partito Fatah, 65 anni; di Ahmad Saadat, 72 anni, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp); di Hassan Salameh, leader delle Brigate Izz el-Din al-Qassam, responsabile di una serie di attentati in risposta all’assassinio del 1996 dell’artificiere di Hamas Yahya Ayyash; e di Abbas al-Sayed, esponente di Hamas e leader delle Brigate Izz el-Din al-Qassam in Cisgiordania durante la secondo intifada.
Una fonte palestinese ha quindi riferito oggi che Fadwa, la moglie di Barghouti, noto come il “Mandela palestinese”, sarebbe arrivata oggi al Cairo, mentre secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe anche chiesto la restituzione dei corpi dei leader di Hamas uccisi nel corso del conflitto, Yahya e Mohammed Sinwar.
Secondo l’emittente egiziana Al-Qahira Al-Akhbariya, i colloqui di oggi riguarderanno quindi le modalità per la cessazione delle ostilità, così come le mappe del ritiro delle forze israeliane e la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione. Ieri la seconda giornata di colloqui si è conclusa dopo cinque ore di negoziato, con Hamas che ha insistito sulla completa cessazione delle ostilità prima del rilascio degli ostaggi israeliani. Al termine dei colloqui di ieri una fonte politica israeliana ha espresso cauto ottimismo, affermando che “la direzione è positiva” anche se “ci sono ancora delle lacune”.
Ieri il presidente Trump, incontrando Edan Alexander, l’ostaggio israelo-americano rilasciato da Hamas lo scorso maggio, ha dichiarato che le prossime 48 ore saranno cruciali per arrivare a un accordo.