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sabato, 11 Ottobre, 2025
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Il Concilio Vaticano II, un seme che continua a germogliare

L’11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio, papa Leone XIV chiama i fedeli a un Rosario per la pace, segno di speranza per il mondo.

L’11 ottobre 1962 san Giovanni XXIII apriva il Concilio Vaticano II. Non fu soltanto l’inizio di un’assemblea, ma l’irrompere di un tempo nuovo: la Chiesa si scopriva chiamata a ritornare alle sorgenti del Vangelo per rispondere con fedeltà e coraggio alle domande degli uomini e delle donne del suo tempo.

Da quell’assise scaturirono parole che ancora oggi guidano il cammino: la liturgia che torna ad essere respiro del Popolo di Dio (Sacrosanctum Concilium); la Chiesa che si riconosce mistero di comunione e Popolo di Dio (Lumen Gentium); la Scrittura restituita al cuore della vita cristiana (Dei Verbum); il dialogo aperto con il mondo contemporaneo, con le sue luci e le sue ferite (Gaudium et Spes). Sono costituzioni che non appartengono al passato, ma al presente: luci che continuano a orientare il cammino della comunità credente.

E tuttavia il Concilio non fu soltanto dottrina. Fu soprattutto un respiro dello Spirito che dilatava gli orizzonti: cercare l’unità con gli altri cristiani, aprirsi al dialogo con le religioni, incontrare ogni uomo e ogni donna nella dignità che li abita. Unitatis Redintegratio e Nostra Aetate segnarono la strada di una Chiesa che non teme di uscire da sé stessa, per camminare accanto a tutta l’umanità.

Il Concilio resta così seme che germoglia: ci ricorda che ogni battezzato è chiamato alla santità, che la comunità vive di corresponsabilità e di missione, che la Parola di Dio è lampada e luce per ogni tempo. Sono orizzonti ancora aperti, che attendono di essere percorsi con coraggio e fiducia.

Quest’anno l’anniversario si illumina di un segno speciale: papa Leone XIV invita a recitare ogni giorno di ottobre il Rosario per la pace, con un momento particolare proprio l’11 ottobre, in Piazza San Pietro. La memoria del Concilio si unisce così alla preghiera mariana, perché la Chiesa, che nel Concilio ha scelto di aprirsi al mondo, oggi impari da Maria a guardare il mondo con gli occhi di Cristo.

Il Rosario, grano dopo grano, diventa pellegrinaggio interiore: ci educa a contemplare i misteri della vita del Signore, a lasciarci guidare dalla fede umile di Maria, a invocare la pace in un tempo segnato da troppi conflitti. È una preghiera semplice e insieme profonda, che porta nei cuori lo stesso desiderio che animò i Padri conciliari: costruire unità, seminare speranza, aprire cammini di riconciliazione.

Così, l’11 ottobre — memoria di san Giovanni XXIII e anniversario dell’apertura del Concilio — non è soltanto un ricordo. È un invito a rinnovare il nostro “sì” allo Spirito che continua a guidare la Chiesa, a lasciarci sorprendere dalla forza del Vangelo, a camminare come popolo di Dio in un mondo che attende segni di fraternità e di pace.