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sabato, 18 Ottobre, 2025
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Tajani: si avvicina il riconoscimento italiano della Palestina

Roma, 18 ott. (askanews) – Il successo del piano di Donald Trump per la pace tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è “ancora legato a un filo”, ma il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il ritiro graduale delle forze israeliane erano “obiettivi inimmaginabili solo fino a poche settimane fa” e così oggi è il giorno in cui parlare di “un futuro che non è più affidato solo alla forza delle armi”: “è ovvio che dovrà esserci un governo di palestinesi perché l’obiettivo è quello di dar vita ad uno Stato palestinese che sia riconosciuto da Israele, che riconosca Israele e visto che le cose stanno lentamente migliorando si avvicina anche il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato” palestinese. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito mercoledì 15 ottobre in Parlamento sulla situazione a Gaza e lo ha fatto condividendo “un sentimento di sollievo e di speranza” che lo spinge a guardare oltre l’attuale situazione sul terreno, verso un futuro di pace per il popolo palestinese.

Secondo il ministro, molte sono le variabili che ancora non sono state definite, “dal ritorno delle salme degli ostaggi assassinati fino alle modalità effettive dello smantellamento della struttura militare di Hamas o di quello che ne resta”. Ma molti sono anche i passi avanti compiuti, grazie alla “leadership degli Stati Uniti” e al ruolo svolto dai mediatori di Egitto, Qatar e Turchia. “I loro sforzi”, ha precisato, “si sono rivelati cruciali per l’esito positivo dei negoziati”. Insomma, oggi finalmente ci sono le condizioni per una Gaza liberata “dall’incubo” di Hamas e affidata provvisoriamente ad un controllo internazionale con l’attiva partecipazione dei paesi islamici. Tutto questo, secondo Tajani, “nella prospettiva di giungere ad uno Stato palestinese vero, democratico, pacifico, non confessionale, affidato ad un’autorità nazionale palestinese profondamente rinnovata negli uomini e nei metodi”.

Alla ricostruzione politica e legislativa del nuovo Stato palestiense, dovrà affiancarsi necessariamente il ripristino di un territorio martoriato da due anni di guerra, decine di migliaia di morti e sfollati. A questo proposito, Tajani ha confermato in Parlamento che l’Italia è pronta a “condividere” l’esperienza della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina con i nostri partner arabi, in particolare con l’Egitto, per la realizzazione di un’iniziativa analoga dedicata a Gaza. Su richiesta del Cairo, il governo di Roma sarà co-organizzatore di quesdto evento che dovrebbe avere luogo nella capitale dell’Egitto “entro il mese di novembre”. Il nostro Paese è tra l’altro disponibile all’invio si un contingente militare nell’enclave palestinese per contribuire “all’aiuto militare per la pacificazione”. Ma è ancora prematuro parlarne, ha sottolineato il ministro. Secondo Tajani, “siamo ancora alla fase iniziale del lavoro per trasformare il cessate del fuoco in pace, quindi vedremo se ci sarà richiesta una presenza militare: siamo pronti a farlo ovviamente”, ha commentato. Se ne discuterà, certamente, anche in occasione della visita che il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen effettuerà in Italia il 7 novembre. Anche l’Anp, d’altro canto, dovrà avere un ruolo nella futura gestione dei territori, proprio in vista della costruzione di un nuovo Stato di Palestina.

Fino ad allora, l’Italia proseguirà il suo impegno per la consegna di aiuti umanitari alla popolazione civile. Un ruolo importante avrà da questo punto di vista il nuovo inviato speciale del Ministero degli Esteri per Gaza, l’ambasciatore Bruno Archi. Nominato da Tajani, è il diplomatico che presso la Faae ha organizzato tutto il lavoro per inviare le oltre 2.500 tonnellate di beni alimentari, già spedite. “Abbiamo già raccolto diverse” altre “centinaia” di tonnellate di aiuti “che credo verranno inviate in aereo all’inizio del mese di novembre”, ha commentato Tajani.