Roma, 22 ott. (askanews) – Lettere, fotografie, documenti originali, poesie, copioni, la sua Sicilia cos presente nelle sue opere. A Roma, a Palazzo Firenze, sede della Societ Dante Alighieri, la mostra “Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri” (visitabile fino al 9 novembre), racconta lo scrittore siciliano tanto amato, dalla nascita al monologo “Conversazione su Tiresia” pronunciato nel 2018 nel Teatro Greco di Siracusa, un anno prima della morte. L’esposizione parte del progetto di celebrazioni dei cento anni dalla nascita di Camilleri e ne mette in luce soprattutto la teatralit, in ogni aspetto della sua vita. Spiega il curatore, il critico, scrittore e storico della letteratura italiana, Giulio Ferroni:
“Scene, voci, parole, scritture, Camilleri tutto questo all’interno di una dimensione che potremmo dire del concepire la vita come un continuo rapporto, un intreccio, e quindi teatro. In fondo ha fatto tantissime cose ma sempre sotto il segno dell’orizzonte teatrale, di una teatralit che poi quella particolarissima della Sicilia, non solo della Sicilia in generale ma della sua Sicilia Sud-occidentale, che quella di Pirandello addirittura”.
Realizzata dalla Societ Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri (con la produzione di Arthemisia), la mostra divisa in sezioni che esprimono la sua concezione del mondo come un palcoscenico e evidenziano l’importanza dei rapporti personali, delle amicizie, delle conoscenze intrattenute negli anni con figure centrali della cultura del Novecento. Dalle prime foto in famiglia, le prime poesie, la giovinezza, con l’inizio dell’attivit teatrale a Roma, al Camilleri regista a teatro, tra Beckett e Pirandello.
“La cosa che io non avevo mai notato – ha spiegato Ferroni – che il rapporto con Pirandello radicato nella stessa vita familiare di Camilleri, a Porto Empedocle il padre si occupava di commercio di qualcosa di cui si occupava anche il padre di Pirandello, e probabilmente ci fu la visita di Pirandello a casa della nonna presso cui si trovava il bambino Camilleri”.
Una parte dedicata alla sua attivit per la Rai, con copioni e sceneggiature per radio e tv. Si passa poi alla narrativa, da “Il corso delle cose” pubblicato nel ’78, all’invenzione di Montalbano, ed esposto anche il glossario siciliano da lui redatto a mano. Infine il suo interesse a tutto tondo per l’arte, l’affermazione internazionale, la curiosit mantenuta viva fino alla fine, anche quando era rimasto cieco.
“Il culmine quella formidabile conversazione su Tiresia che lui tenne nel Teatro Greco di Siracusa, dove sembra riassumere non solo tutta la sua vita ma tutto il senso del rapporto con la cultura” ha concluso il curatore.