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mercoledì, 22 Ottobre, 2025
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Meloni per no a unanimità in Ue, pronta a stop Commissione su Green Dea

Bruxelles, 22 ott. (askanews) – Giorgia Meloni dice no all’ipotesi di istituire il voto a maggioranza (abolendo l’unanimità) per le votazioni del Consiglio europeo e avverte la Commissione sul Green Deal: senza modifiche l’Italia voterà contro la proposta di revisioni dei piani ‘verdi’. La premier ha illustrato la sua posizione alla vigilia del Consiglio europeo in programma domani a Bruxelles, senza risparmiare un attacco alle opposizioni: ‘La sinistra ci ha portato in procedura di infrazione, noi ne stiamo uscendo’. Piuttosto, rivendica, grazie a lei e al suo governo (che oggi compie tre anni), il Paese si presenta oggi con ‘autorevolezza’ al tavolo.

Il Consiglio, inizialmente previsto su due giorni, dovrebbe in realtà esaurirsi nella giornata di domani, perché venerdì è in programma un summit dei ‘volenterosi’ a Londra, a cui la premier dovrebbe intervenire da remoto. Proprio la crisi in Ucraina sarà uno dei temi al centro della riunione di Bruxelles, in particolare dopo quello che è sembrato essere un riavvicinamento tra Donald Trump e Vladimir Putin (anche se il faccia a faccia ipotizzato a Budapest è saltato). Sull’Ucraina, ha assicurato, ‘la nostra posizione non cambia’, il sostegno resta ‘fermo e determinato’ per arrivare a una pace ‘giusta e non frutto della sopraffazione’ e con ‘garanzie di sicurezza robuste e credibili’. Però, ha ribadito a questo proposito, ‘l’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino’. Se dopo il vertice dell’Alaska pareva che ci fossero prospettive di pace, la Russia ha ‘gettato la maschera’ con ‘l’atteggiamento ambiguo di chi promette impegno negoziale e poi bombarda costantemente obiettivi civili’. Occorre quindi ‘aumentare la pressione’ su Mosca, ‘come stiamo facendo con il diciannovesimo pacchetto di sanzioni europee, che stiamo approvando’. Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare i beni congelati russi, l’Italia solleva dubbi, sottolineando come ‘sia necessario rispettare il diritto internazionale e il principio di legalità’.

Altro tema al centro del Consiglio sarà la questione del Medio Oriente, dopo l’avvio del percorso di pace che è stato un ‘indiscutibile successo’ di Trump. L’equilibrio però è ‘fragile’ e ‘la violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra ancora una volta chi sia il principale nemico dei palestinesi’, anche se la rappresaglia israeliana ‘rappresenta un’altra scelta che non condividiamo’. Hamas, come ha sempre sostenuto, deve essere ‘disarmato’ ed estromesso dalla governance transitoria e del futuro Stato palestinese. Queste sono le condizioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina, su cui ‘il governo è pronto ad agire’ quando ‘si saranno materializzate’. Rivendicando l’impegno italiano dal punto di vista umanitario, che sarà proseguito e intensificato, Meloni ha spiegato che l’Italia è pronta a sostenere l’Anp, a garantire la formazione della polizia palestinese, a intervenire in una ‘eventuale Forza internazionale di stabilizzazione’ e a partecipare ‘qualora le fosse richiesto, ai lavori del ‘Board of Peace’, l’organo di governo provvisorio per la Striscia’.

Collegato al tema della situazione geopolitica internazionale, c’è uno dei dossier al centro del Consiglio: il rafforzamento della difesa europea, necessario come ‘le recenti violazioni dello spazio aereo europeo hanno dimostrato’. Al summit sarà discussa la roadmap e la Commissione proporrà alcuni progetti di interesse europeo (‘Flagship projects’). L’Italia ribadirà la necessità di non ‘perdere di vista il fianco meridionale’ della Nato, per essere ‘pronti anche di fronte alle minacce alla nostra sicurezza portate dai conflitti e dall’instabilità nel Medio Oriente, in Libia, nel Sahel, nel Corno d’Africa’. Il governo ha avviato il percorso di rafforzamento della difesa aderendo ai finanziamenti per 14,9 miliardi dal fondo SAFE, ‘il che ci consente di rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità’. Su come utilizzare tali fondi è in corso ‘un attento lavoro di selezione dei progetti’ con ‘un’attenzione particolare a massimizzare lo sviluppo dell’industria della difesa nazionale e le ricadute occupazionali sull’Italia’. Da questo punto di vista ‘un altro importante passaggio’ sarà l’adozione del Regolamento EDIP (European Defence Industry Program), il programma europeo di sviluppo per l’industria della difesa. Però, ha aggiunto, ‘il rafforzamento della difesa richiede soluzioni finanziarie ancora più ambiziose’, rendendo ‘permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita, con riferimento agli investimenti in questo settore’. Tutto questo processo deve comunque avvenire ‘in piena complementarità con la Nato’ e con il ‘ruolo centrale’ degli Stati membri, che hanno ‘competenza esclusiva’ sulla sicurezza nazionale.

Tema molto caro a Meloni, al centro del Consiglio, sarà la proposta di emendamento della Commissione Europea alla Legge europea per il clima, con la quale si intende fissare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni nette del 90% entro il 2040, quale tappa intermedia verso l’obiettivo già previsto della neutralità climatica nel 2050. L’Italia ‘sostiene, e continuerà a sostenere, un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni’ ma senza ‘rincorrere un approccio ideologico’ che produce ‘danni al nostro tessuto economico-industriale’. Per questo ‘l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge Clima europea così come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio’. In sostanza Meloni chiede ‘un intervento coraggioso alla Commissione per correggere un ampio numero di scelte azzardate compiute in passato con il Green Deal’, altrimenti non sosterrà ‘nuove iniziative autodistruttive e controproducenti per inseguire gli interessi di bizzarre maggioranze parlamentari in Europa’.

Per quanto riguarda il tema dei migranti, in tre anni, ha rivendicato, ‘l’approccio italiano, ispirato a fermezza contro l’immigrazione irregolare e i trafficanti di essere umani, cooperazione con i Paesi di origine e transito, governo della migrazione legale, politiche più efficaci di rimpatrio, è ormai divenuto maggioritario in Europa’ e le cosiddette ‘soluzioni innovative’ (il modello Albania) ‘vengono guardate con sempre maggiore interesse’. Anche in questa occasione ci sarà la consueta riunione a margine dei Paesi cosiddetti ‘like-minded’ e l’Italia proporrà una ‘tabella di marcia’ per arrivare ‘nei prossimi mesi’ a un primo dibattito a Strasburgo sulla revisione ‘delle Convenzioni internazionali e sulla necessità di assicurare che la loro attuazione consenta di affrontare anche le sfide della moderna immigrazione irregolare’. Intanto l’Italia considera ‘molto importanti’ le proposte della Commissione sull’adozione di una lista europea di Paesi di origine sicuri e la revisione del quadro giuridico europeo in tema di rimpatri, per rendere le procedure più rapide ed efficaci. ‘In questo modo, verrebbe introdotto a livello UE il presupposto giuridico per l’istituzione di centri di rimpatrio destinati alla permanenza (a breve o a lungo periodo) in Paesi terzi, di migranti irregolari in attesa del loro rimpatrio definitivo’. Nell’attuazione della sua politica sui migranti l’esecutivo andrà avanti, ‘non importa – ha attaccato – quante menzogne si raccontino, né di quali nefandezze ti si accusi, né quanto si tenti di metterti i bastoni tra le ruote. La maggioranza degli italiani, sempre più maggioranza, riconosce il lavoro serio, la buonafede e i risultati’.

Nella sua replica, sollecitata da Tatiana Rojc (Pd), Meloni si è espressa – con una chiarezza inedita – sul tema della possibile riforma del voto in Consiglio europeo, con il passaggio dalla regola dell’unanimità a quella della maggioranza. Una questione particolarmente spinosa e rilevante date le difficoltà create, ad esempio sull’Ucraina, dal premier ungherese Viktor Orban ma anche dallo slovacco Robert Fico, sempre pronti a far valere il proprio diritto di veto, a costo di sfiorare il ricatto. ‘Non sono favorevole’, ha detto, perché ‘sarebbe utile per l’Ucraina ma varrebbe anche su molti altri temi e su molti altri temi le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali e la mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani’.