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Ue accusa TikTok e Meta di violazioni sugli obblighi di trasparenza

Bruxelles, 24 ott. (askanews) – TikTok e Meta hanno violato l’obbligo di garantire ai ricercatori un accesso adeguato ai dati pubblici ai sensi del “Digital Services Act” (Dsa), il regolamento Ue sui servizi digitali; Meta inoltre, sia per Instagram che per Facebook, ha violato i suoi obblighi di fornire agli utenti meccanismi semplici per segnalare contenuti illegali e di consentire loro di contestare efficacemente le decisioni di moderazione dei contenuti. Lo ha rilevato la Commissione europea, che ha pubblicato oggi a Bruxelles le conclusioni preliminari delle sue indagini sul rispetto degli obblighi di trasparenza da parte di TikTok e Meta ai sensi del Dsa.

“Le conclusioni preliminari della Commissione – si legge in una nota dell’Esecutivo Ue – mostrano che Facebook, Instagram e TikTok potrebbero aver messo in atto procedure e strumenti onerosi per consentire ai ricercatori di richiedere l’accesso ai dati pubblici” lasciandoli spesso “con dati parziali o inaffidabili”, che hanno un impatto negativo sulla loro capacità di condurre ricerche, “ad esempio per quanto riguarda l’esposizione degli utenti, compresi i minori, a contenuti illegali o dannosi”.

“Consentire ai ricercatori di accedere ai dati delle piattaforme è un obbligo di trasparenza essenziale ai sensi del Dsa, in quanto fornisce un controllo pubblico sul potenziale impatto delle piattaforme sulla nostra salute fisica e mentale”, sottolinea la Commissione.

Per quanto riguarda Meta, spiega la nota, “né Facebook né Instagram sembrano fornire un meccanismo di ‘Notifica e azione’ intuitivo e facilmente accessibile, che consenta agli utenti di segnalare contenuti illegali, come materiale pedopornografico e contenuti terroristici. I meccanismi attualmente applicati da Meta sembrano imporre diversi passaggi inutili e richieste aggiuntive agli utenti”. Sempre per quanto riguarda i meccanismi di “Notifica e azione”, inoltre, la Commissione rileva che “sia Facebook che Instagram sembrano utilizzare i cosiddetti ‘dark pattern’, ovvero degli interfaccia ingannevoli”, che “possono essere fonte di confusione e dissuasione”.

“I meccanismi di Meta per segnalare e rimuovere i contenuti illegali potrebbero quindi essere inefficaci”, secondo l’Esecutivo comunitario. Ai sensi del Dsa, infatti, i meccanismi di “Notifica e azione” sono “fondamentali per consentire agli utenti dell’Ue e ai segnalatori attendibili di informare le piattaforme online che determinati contenuti non sono conformi alle leggi dell’Ue o nazionali. Le piattaforme online – ricorda la Commissione – non beneficiano dell’esenzione di responsabilità prevista dal Dsa nei casi in cui non abbiano agito tempestivamente dopo essere state informate della presenza di contenuti illegali sui loro servizi”.

Inoltre, il Dsa garantisce agli utenti dell’Ue il diritto di contestare le decisioni sulla moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme, quando rimuovono i post degli utenti stessi o sospendono i loro account. “Allo stato attuale – rileva ancora la Commissione -, i meccanismi di ricorso contro le decisioni di Facebook e Instagram non sembrano consentire agli utenti di fornire spiegazioni o prove a sostegno dei propri ricorsi” contro le rimozione dei contenuti. “Ciò rende difficile per gli utenti dell’Ue spiegare ulteriormente perché non sono d’accordo con la decisione di Meta sui contenuti, limitando l’efficacia del meccanismo di ricorso”.

“Quando veniamo accusati di censura, dimostriamo che la Dsa sta facendo il contrario. Protegge la libertà di parola, consentendo ai cittadini dell’Ue di opporsi alle decisioni unilaterali di moderazione dei contenuti prese dalle grandi aziende tecnologiche”, ha spiegato oggi il portavoce per i Servizi digitali della Commissione, Thomas Regnier, fornendo alcuni dati interessanti a riguardo: “Da aprile 2024, Meta ha adottato oltre 918 milioni di decisioni di moderazione dei contenuti che hanno interessato gli utenti nell’Ue. Sì – ha ribadito Regner -, oltre 918 milioni. Circa 68 milioni di queste sono state contestate dagli utenti nell’Ue, proprio grazie al Dsa, con un tasso di successo del 31%, visto che 21 milioni di ricorsi sono stati accolti e i contenuti rimossi hanno dovuto essere ripristinati da Meta”.

“Continueremo a far rispettare il Dsa. Per il bene dei nostri cittadini, per il bene dei nostri figli. E per proteggere le nostre democrazie”, ha concluso il portavoce.

Le opinioni della Commissione relative allo strumento di segnalazione, ai dark pattern e al meccanismo di reclamo di Meta si basano su un’indagine approfondita, che ha coinvolto anche la Coimisiún na Meán, il Coordinatore dei Servizi Digitali Irlandese. Si tratta di conclusioni preliminari che non pregiudicano l’esito dell’indagine.

Facebook, Instagram e TikTok hanno ora la possibilità di esaminare i documenti contenuti nei dossier dell’indagine della Commissione e di rispondere per iscritto alle sue conclusioni preliminari. Le piattaforme possono adottare misure per porre rimedio alle violazioni. Parallelamente, verrà consultato il Comitato europeo per i servizi digitali.

Se il parere preliminare della Commissione verrà confermato, l’Esecutivo comunitario potrà emettere una decisione di non conformità, che può comportare sanzioni fino al 6% del fatturato annuo mondiale totale del fornitore di servizi digitali. La Commissione può anche imporre sanzioni periodiche per obbligare una piattaforma a mettersi in regola.

“Nuove opportunità per i ricercatori – annuncia la Commissione nella sua nota – si apriranno il 29 ottobre 2025, con l’entrata in vigore dell’atto delegato sull’accesso ai dati. Tale atto garantirà l’accesso ai dati non pubblici provenienti da piattaforme online e motori di ricerca di grandi dimensioni, con l’obiettivo di rafforzarne la responsabilità e identificare i potenziali rischi derivanti dalle loro attività”.

Le conclusioni preliminari della Commissione in questa indagine fanno parte del procedimento formale avviato nei confronti di Meta e del procedimento formale per indagare su TikTok, ai sensi del Dsa, precisa la nota, aggiungendo che “la Commissione prosegue le sue indagini su altre potenziali violazioni che rientrano in questi procedimenti”, che “sono distinti dalle indagini in corso contro Facebook, Instagram e TikTok riguardanti la conformità ad altre normative Ue pertinenti”.