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Clima, Pichetto Fratin: obiettivo Ue 2040, ancora non ci siamo

Bruxelles, 4 nov. (askanews) – Nonostante significativi passi in avanti, non siamo ancora al punto di equilibrio necessario. Lo ha affermato stamattina il ministro italiano per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante il dibattito pubblico sull’obiettivo intermedio dell’Ue per la riduzione delle emissioni di CO2 al 2040, al Consiglio Ambiente in corso a Bruxelles.

Ecco, in estrema sintesi, le richieste del ministro: aumentare almeno al 5%, dal 3% originariamente previsto, il limite massimo dei “crediti internazionali” di riduzione della emissioni di CO2 che gli Stati membri potranno acquistare dai paesi terzi e utilizzare come compensazioni per raggiungere il proprio obiettivo nazionale per il 2040, nell’ambito del target complessivo Ue di un taglio delle emissioni del 90% rispetto al 1990; migliorare e rafforzare le clausole di “flessibilità”, introducendo un ulteriore possibilità di usare “crediti internazionali” fino al 5%, “solo se necessario”, ed eliminando i “blocchi normativi” che ostacolano o impediscono l’uso delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs) ovunque sia possibile; richiamare il principio di “neutralità tecnologica” includendo un riferimento esplicito ai biocarburanti sostenibili per il settore del trasporto su strada (e quindi il loro possibile uso al di là del 2035, anno in cui i veicoli nuovi immessi sul mercato Ue dovranno essere a zero emissioni nette).

La Commissione europea aveva presentato la sua proposta (-90% di emissioni rispetto al 1990) nel luglio scorso, ma i ministri dell’Ambiente avevano chiesto ai capi di Stato di governo di pronunciarsi con delle “linee guida”, indicando anche possibili modifiche, prima di approvare il nuovo obiettivo, che dovrà essere presentato dall’Ue e dai suoi Stati membri alla Conferenza Onu sul clima (Cop30) che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre.

Le linee guida dei capi di Stato e di governo sono contenute nelle conclusioni del Consiglio europeo tenutosi il 23 ottobre a Bruxelles. Su questa base, la presidenza di turno danese dell’Ue ha presentato un testo di compromesso (che comprende in particolare più flessibilità e una clausola di revisione a mezzo percorso) che oggi i ministri dell’Ambiente dei Ventisette dovrebbero approvare a maggioranza qualificata. Ma per Pichetto Fratin “non siamo ancora al punto di equilibrio necessario”.

“Ringrazio la presidenza – ha esordito nel suo intervento al dibattito pubblico – per il lavoro svolto e per l’impegno profuso nel cercare di tenere conto delle indicazioni provenienti dai capi di Stato” e di governo, “riconosco lo sforzo compiuto nel tentativo di trovare un equilibrio tra posizioni non sempre convergenti e apprezzo la disponibilità al dialogo che ha caratterizzato quest’ultima fase negoziale”.

Il ministro ha espresso “apprezzamento per l’inclusione, nell’ultimo testo di compromesso, delle nostre proposte in materia di assorbimenti naturali derivanti dal settore Lulucf (uso dei suoli e silvicoltura, ndr) e per aver rafforzato la clausola di revisione”. Ma, ha aggiunto, “restano tuttavia per noi alcuni elementi dirimenti, indispensabili” che non sono stati presi in conto nel testo.

“Riteniamo – ha spiegato Pichetto Fratin – che un obiettivo di riduzione così ambizioso” delle emissioni “deve necessariamente essere accompagnato da opportune condizioni abilitanti e flessibilità. L’attuale proposta sui crediti internazionali – ha rilevato – è largamente insufficiente. Chiediamo pertanto che la quota sia aumentata almeno al 5% a livello europeo, con un meccanismo di acquisto attraverso una piattaforma europea dedicata, e che l’entrata in vigore di questo meccanismo sia anticipata al 2031”, invece che al 2036.

Il ministro ha sottolineato “che le indicazioni dei capi di Stato e di governo riguardo ai crediti internazionali sono estremamente chiare: dobbiamo prevedere un adeguato quantitativo di crediti. Non si tratta di una possibilità, ma di un elemento essenziale del quadro che stiamo delineando. Di conseguenza, chiediamo di eliminare” nel testo di compromesso “il termine ‘possibile’ in riferimento all’utilizzo dei crediti, al fine di assicurare coerenza e chiarezza normativa”.

Pichetto Fratin ha poi ricordato la posizione dell’Italia favorevole all’uso massiccio delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. “Nel più ampio quadro di rafforzamento delle flessibilità, desidero altresì ribadire la nostra richiesta di rimuovere i blocchi normativi che limitano l’uso degli assorbimenti tecnologici” delle emissioni “attraverso il Ccs, il Dacs (‘Direct Air Carbon Capture and Storage’, ndr) e la Beccs”, la produzione di energia da biomassa con successiva cattura e stoccaggio del carbonio. “Ogni Stato membro – ha insistito il ministro – deve poter scegliere liberamente come impiegare tutti gli strumenti a propria disposizione, utilizzando tutte le leve disponibili secondo le proprie priorità nazionali. Solo così potremo assicurare un quadro efficace, flessibile e pragmatico”.

Inoltre, ha continuato Pichetto Fratin, “l’Italia ha proposto l’introduzione di una nuova flessibilità, che consente agli Stati membri di utilizzare, solo se necessario, un ulteriore 5% di crediti internazionali per il raggiungimento dell’obiettivo nazionale nel rispetto del principio di costo-efficacia. Questa proposta rappresenta, inoltre, una opportunità di investimento per chi ritenga di avvalersene”.

“Infine, riteniamo indispensabile assicurare maggiore coerenza con gli indirizzi delle conclusioni del Consiglio europeo” del 23 ottobre “in particolare per quanto concerne il principio di neutralità tecnologica. A tal riguardo è per noi fondamentale — ha sottolineato ancora il ministro – includere un riferimento ai biocarburanti sostenibili per il settore del trasporto su strada, come anche indicato nella lettera della presidente von der Leyen” ai capi di Stato e di governo il 20 ottobre.

Questi elementi, ha avvertito Pichetto Fratin, “per noi restano imprescindibili”. Ma, “pur riconoscendo che sono stati compiuti passi in avanti significativi, dobbiamo constatare che, al momento, non siamo ancora arrivati al punto di equilibrio necessario. Auspichiamo che tali elementi siano riflessi nel testo” di compromesso “e, con uno spirito fortemente costruttivo, siamo pronti a collaborare per individuare una soluzione condivisa”, ha concluso il ministro.