Firenze, 8 nov. (askanews) – Sull’euro digitale avere un dibattito ampio “è molto importante”. Su mezzi di pagamento e monete digitali è giusto che l’Europa si affranchi dalla dipendenza da circuiti extra Ue, ma sul come avverrà, se con iniziative pubbliche o private, è ancora da vedere, magari ci saranno soluzioni “in concorrenza tra loro”. Ad ogni modo, come accaduto per l’unificazione dell’emissione di banconote nel XIX secolo, anche in questo caso non ci si può attendere che le scelte avvengano “dalla sera alla mattina”. E’ il messaggio lanciato presidente dell’Abi, Antonio Patuelli durante un seminario dell’associazione bancaria a Firenze.
Sull’euro digitale “la mia sensazione – ha detto – è che oggi la partita è diventata politica, perché la discussione al Parlamento europeo è aperta e non con schieramenti preconfezionati, passa diagonalmente nei gruppi e non vi nascondo che tra pochi giorni andrò a Bruxelles a incontrare i vari gruppi, settore per settore” per capire cosa si muova dietro questa evoluzione “che non è rapidissima”.
“Non mi meraviglio se vi sono plurime posizioni e iniziative in Europa. Non mi meraviglio – ha proseguito – perché l’Europa è un mondo molto libero in cui ci sono spite di organismi privati, ci sta una iniziativa della Bce, concordata con la Commissione europea e poi, permettetemi di ricordare cosa è successo nella seconda metà dell’800. Le banconote non venivano emesse isolatamente dagli istituti centrali. Ma da ogni banca e il processo di unificazione fu lungo e complesso. E perché oggi, dalla sera alla mattina, in Europa dovrebbe essere tutto pronto?”.
Invece “è un dibattito molto importante”, con aspetti identificativi della Ue. “La Bce ha fatto e sta facendo tutto quello che un proponente deve fare. Ma è chiaro che sono gli organi del pluralismo che hanno l’ultima parola”.
Per le banche ci sono dei costi, e come diceva Einaudi i preventivi spesso sono “libri dei sogni” mentre la realtà la si legge nei consuntivi. “E’ possibile se non probabile che abbiamo dei costi in più”.
Sta di fatto che “in Europa non si vuole dipendere da circuiti extra europei”. Bene, ma per l’Abi sul come avverrà si vedrà “tra iniziative private e iniziative pubbliche, che potranno essere in concorrenza. La democrazia partecipata è qualcosa di bello”, ha concluso Patuelli.

