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domenica, 9 Novembre, 2025
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Il credente tra democrazia e bene comune: l’appello di Papa Leone XIV.

La terza via del popolo. L'esortazione Dilexi te aggiorna questo concetto: la vera politica cristiana è quella che promuove la sussidiarietà e la solidarietà al di là degli schemi rigidi di destra e sinistra.

Il nuovo millennio ha messo a dura prova le fondamenta delle nostre società, sfidate da populismi crescenti, disuguaglianze economiche e una pericolosa indifferenza verso le sorti comuni. In questo scenario complesso, l’impegno dei cristiani per la libertà e la democrazia non è mai stato così cruciale. Un impegno che, lungi dal confondersi con schieramenti ideologici, deve promuovere l’umanesimo civile 5.0, radicarsi nella dottrina sociale della Chiesa e nell’economia sociale di mercato, ponendo il servizio come unica bussola.

Al servizio del prossimo

C’è un solo vero metro di misura per i cristiani e più in generale per tutti i cittadini, e non sono i grandi discorsi o le bandiere sventolate, ma se siamo al servizio del prossimo e del bene comune. È questo il cuore del primo, attesissimo, documento di Papa Leone XIV: l’Esortazione Apostolica “Dilexi te” (Ti ho amato). Un testo che non è solo una riflessione profonda sui mali del nostro tempo, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti per il nostro futuro contro la tentazione dell’indifferenza verso l’esclusione sociale.

Papa Leone XIV, con la chiarezza che lo contraddistingue, indica una terza via netta e coraggiosa, rifiutando le scorciatoie che minacciano la vera testimonianza sociale del credente. Da un lato, l’assistenzialismo populista, che promette soluzioni facili e immediate senza richiedere vera responsabilità civica o giustizia strutturale; dall’altro, la teologia della prosperità, tanto di moda negli USA e in altre realtà globali, che confonde la benedizione divina con il successo materiale e l’accumulo di ricchezze.

La terza via non è una novità

Questa terza via non è una novità, ma un ritorno alle origini del pensiero sociale cattolico. È la stessa via che già il suo omonimo, Papa Leone XIII, aveva indicato nellenciclica Rerum Novarum, nel 1891, sulla questione operaia. Quella storica enciclica gettò le basi per un futuro terzo tra il capitalismo storico del laissez-faire, che demandava tutto all’impersonalità del mercato, e il socialismo, indicato da Leone XIII come un falso rimedio poiché aveva come obiettivo la lotta di classe come unica soluzione utile alle masse.

Oggi, l’esortazione Dilexi te aggiorna questo concetto: la vera politica cristiana è quella che promuove la sussidiarietà e la solidarietà al di là degli schemi rigidi di destra e sinistra. Essa chiede ai credenti di operare per una società dove l’economia è al servizio della persona e non viceversa, dove la democrazia non è solo un rito elettorale, ma una prassi quotidiana di cura verso la polis.

Il tempo delle osservazioni distaccate è finito. L’Esigenza di Papa Leone XIV si rivolge in modo particolare ai figli della tradizione democratica cristiana: i Popolari di Centro.

È tempo di scuotersi

Per troppo tempo, questa forza fondamentale della politica italiana ed europea è rimasta a guardare, paralizzata dall’incapacità di trovare una sintesi unitaria e profetica. Abbiamo assistito inermi al continuo scontro tra blocchi contrapposti – una destra sempre più incline a esibire la fede senza comprenderne i valori di giustizia sociale, e una sinistra spesso distante dal sentire popolare.

Questa inazione ha alimentato l’astensionismo e, peggio ancora, ha spinto molti elettori verso partiti che, pur parlando di “patria” o “tradizione”, ignorano e tradiscono i valori della dottrina sociale della Chiesa.

È tempo di scuotersi! L’Esortazione Dilexi te è il manifesto che stavamo aspettando. L’appello è a tutti i Popolari di Centro e a quanti si riconoscono nella tradizione di Maritain, Sturzo e De Gasperi: riprendiamo il nostro posto! Ricostruiamo una proposta culturale e politica che sia veramente alternativa al populismo e all’indifferenza. Torniamo a essere l’ago della bilancia, non attraverso i giochi di palazzo, ma con la coerenza radicale del servizio al bene comune.

Esigenza di concretezza

Il vero campo di battaglia non è lo scontro ideologico, ma la concretezza: la sanità pubblica, l’equità fiscale, la dignità del lavoro, la custodia del creato. Solo agendo in modo coeso e ispirato ai valori della sussidiarietà e della solidarietà potremo offrire al Paese la terza via di cui ha disperatamente bisogno. L’ora è adesso: passiamo dal guardare al fare, onorando l’appello di Papa Leone XIV, perché “non c’è fede senza opere” e non c’è democrazia senza l’impegno dei cittadini.