Del resto, non basta certo un singolo comunicato stampa per mutare il senso di una appartenenza “organica” alla destra.
È evidente – oltre ogni ragionevole dubbio – che la “ricomposizione” (direi, meglio, la rigenerazione su basi nuove) del mondo popolare non può avvenire partendo dagli spezzoni di partito oggi presenti in Parlamento.
Non si fa pane nuovo con farina vecchia.
La questione, ovviamente, non riguarda gli elettori, ma le classi politiche.
E riguarda però anche i “valori politici”.
Destra e sinistra saranno anche, in quanto tali, categorie superate – come molti sostengono – ma dietro di esse vi sono sensibilità e visioni che sono insite nelle mutevoli condizioni della storia, al di là delle terminologie, poiché attengono all’idea della società e della democrazia.
Guardiamo a ciò che sta fuori dai Palazzi e forse troveremo praterie molto più feconde rispetto agli orticelli di plastica in parola.