Mai prima d’ora si era visto un governo così conflittuale come l’attuale, che litiga su tutto: grandi opere infrastrutturali, via della seta, codice degli appalti, codice dei contratti, semplificazione, autonomia differenziata e così via dicendo.
Si potrebbe pensare che anche nel passato ci siano stati esempi come l’attuale governo giallo-verde e subito la memoria corre ai governi del penta partito della prima Repubblica quando c’erano rapporti concorrenziali in particolare tra la Dc e il Psi. Ma, quelle situazioni che pur esistevano, non erano così frequenti come le attuali in quanto si manifestavano solo periodicamente e solo su questioni rilevantissime.
Oggi, invece, il conflitto è perenne, non passa giornata che i litigi non si manifestino prevalendo su ogni altra questione. E, intanto, l’economia ne soffre, subendo le conseguenze negative che conosciamo.Ma, come tutti i fenomeni attuali, il litigio fra i contendenti governativi, ha una durata breve per subito sopirsi e, poi, manifestarsi in un altro angolo. Questo andirivieni da costume esasperato non solo da ai nervi a chi lo deve alimentare ma, sopratutto, a chi lo deve subire. Non c’è momento della giornata che non faccia irruzione il dissidio nella coscienza di ciascun spettatore, ignaro, quest’ultimo, di quale strana sorpresa lo stia attendendo.
È vero che tutto questo è infiammato dall’imminente scontro elettorale ma da qui al 26 maggio il tempo è piuttosto lungo e non farà sicuramente fatica l’economia, già così gracile, a piegarsi ulteriormente al volere di questi saltimbanchi. C’è solo da augurarsi che quella data si affretti a venire perché, per un verso o per l’altro, quella decreterà comunque una soluzione:se prevarrà largamente Salvini su Di Maio lo squilibrio dovrà porre fine a questo teatrino; se invece i due dovessero equivalersi, scenderà una santa quiete permettendoci così, di attraversare la stagione estiva senza queste seccature dello spirito.
A questo punto non ci resta che attendere il responso delle elezioni europee per risolvere la questione.