Bruxelles, 26 giu. (askanews) – Si apre in mattinata a Bruxelles il Consiglio europeo. La riunione è prevista anche per venerdì, ma non è escluso che i leader prolunghino le discussioni in orario notturno per chiudere i lavori nell’arco della giornata.
All’ordine del giorno ci sono in primo luogo la discussione sull’Ucraina (con il presidente Volodymyr Zelensky che interverrà in collegamento) e la situazione in Medio Oriente e a Gaza in particolare. Tra gli altri temi, la competitività, la difesa europea, le migrazioni, oltre alla questione dei dazi.
I primi due punti sono quelli in cui è prevedibile che ci siano le maggiori tensioni tra i capi di Stato e di governo in Consiglio. Sull’Ucraina è molto probabile che si proceda con una presa di posizione a 26, per l’opposizione dell’Ungheria. Questa mattina il primo ministro Viktor Orban ha annunciato che secondo la consultazione non vincolante tenuta nel Paese, il 95% degli ungheresi “non vuole l’adesione” di Kiev all’Ue. “Sono arrivato qui – ha affermato – con un mandato forte. Oggi, durante i negoziati, a nome di oltre 2 milioni di ungheresi, dirò che l’Ungheria non sostiene l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea”.
Altro tema divisivo è quello di Gaza, con posizioni distanti sull’eventuale sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele. Lo scorso 20 maggio, 19 Stati membri avevano chiesto all’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas di avviare un esercizio di revisione dell’intesa. Secondo il report redatto per i 27 dal Servizio europeo di Azione esterna (Seae) “vi sono indicazioni che Israele violerebbe i propri obblighi in materia di diritti umani”. Spagna, Irlanda, Belgio sono i Paesi che premono maggiormente per rivedere l’accordo mentre l’Italia è contraria. “Non siamo favorevoli alla sospensione dell’accordo – ha spiegato la premier Giorgia Meloni parlando alla Camera – e non siamo i soli a esserlo per la verità. Chiaramente non si tratta, lo dico ancora una volta, di voler ignorare quello che sta accadendo a Gaza. Io penso che contribuire all’isolamento di Israele, che è da sempre l’obiettivo del fondamentalismo islamico a partire da Hamas, potrebbe aprire degli scenari catastrofici e penso che dobbiamo guardare anche agli scenari che si aprono quando noi rinnoviamo”.
I leader faranno anche un punto sulla trattativa in corso con gli Usa sui dazi: la Commissione starebbe lavorando a un’intesa che prevederebbe dazi al 10%. Un’ipotesi non sgradita a Meloni: “Penso – ha detto ieri – che una misura del 10% non sarebbe per noi particolarmente impattante”, così come è emerso “quando ne abbiamo parlato con tutte le imprese. Io sono abbastanza ottimista sul fatto che si riuscirà” a trovare una soluzione.