A Cutro l’ennesima tragedia. La Destra non parla più di blocco navale: ora, di fronte all’emergenza immigrazione, condanna le speculazioni politiche.

Sulla questione delle migrazioni il vero sconto non è tra chi vuole difendere le nostre comunità e chi le vuole semplicemente aprire senza regole e senza criterio. Lo scontro è tra chi non intende provare a governare un processo inesorabile e chi si accontenta di abbaiare alla luna.

Ci dovrebbe essere un surplus di pudore da parte di tutti difronte alle tragedie della migrazione come quella – l’ennesima – di queste ore sulle coste calabresi. Ha ragione la Premier Meloni quando dice che non si può fare “speculazione politica” su questo dramma. Ma si dimentica che la Destra all’opposizione ha condotto feroci campagne di speculazione politica su questo tema, esasperando solo la paura di una “invasione” e cavalcando la naturale preoccupazione dei cittadini difronte a fenomeni epocali che invece richiedono dalla Politica capacità di educazione e formazione. E ha torto quando, per l’ennesima volta, confonde il dito con la Luna.

Il dito sono i criminali scafisti (stavolta, non le ONG); la Luna è invece la disperata umanità di una parte dell’Africa (e non solo) che cerca ogni mezzo per uscire dalla sua condizione di marginalità e di povertà. La luna dovrebbe essere, ancora più precisamente, il fallimento di tutte le politiche italiane, europee ed Occidentali per l’Africa. “Aiutiamoli a casa loro” ha il sapore della beffa. Abbiamo solo fatto finta di aiutare l’Africa (la abbiamo in realtà lasciata nelle mani della penetrazione neo coloniale della Cina; in quelle della penetrazione militare russa ed in quelle della penetrazione ideologica del fanatismo Jadista) e non abbiamo fatto nulla – tra l’altro – per aiutare i Paesi della sponda sud del Mediterraneo dopo le cosiddette Primavere Arabe, per costruire sistemi democratici e di cooperazione economica, capaci di gestire con umanità e lungimiranza il loro ruolo oggettivo di Hab nel percorso migratorio verso l’Europa.

A sud abbiamo moltitudini di disperati con età media infinitamente più bassa della nostra che vogliono trovare una prospettiva di futuro. Noi abbiamo società sempre più vecchie e stanche. E non troviamo meccanismi efficaci di “governo” di questi inesorabili processi di migrazione, anche nel nostro stesso interesse. La Destra all’opposizione rivendicava il “blocco navale” nel Mediterraneo. Ora che sta al Governo non lo dice più: evidentemente fa i conti con la realtà (ed anche, si può immaginare, con le ovvie contro deduzioni tecniche delle autorità militari). In realtà, ciò che manca è una via di valori umanitari e di realismo politico. Che si fonda su due opzioni operative, oggi ancora molto incerte. La prima: rendere sistematici i “corridoi umanitari” finalizzati all’ingresso legale, organizzato e sicuro delle persone in cerca di asilo in Europa. E garantire percorsi di accoglienza/formazione/integrazione diffusi e strutturati. La seconda: organizzare per queste finalità punti di accoglienza e valutazione delle richieste di asilo nei vari Paesi della sponda Sud/Est del Mediterraneo, gestiti dall’Unione Europea. La stessa cosa andrebbe fatta sui confini terrestri orientali dell’Europa, superando la discutibile decisione di “pagare” la Turchia per il servizio di “muro” spesso violento contro gli ingressi da quella direttrice e archiviando l’ipotesi dei “fili spinati” recentemente discussa al Consiglio Europeo.

Su questa drammatica questione delle migrazioni il vero sconto non è tra chi vuole difendere le nostre comunità e chi le vuole semplicemente aprire senza regole e senza criterio. Lo scontro è tra chi non intende provare a governare un processo inesorabile (cercando anche di capire che l’Europa ha bisogno di nuove risorse umane e che però occorrono per questo regole condivise; investimenti lungimiranti; politiche strategiche e coerenti comportamenti) e chi si accontenta di abbaiare alla luna. Nel frattempo, almeno, mentre cerchiamo come Italia e come Europa di recuperare un minimo di ragionevolezza e di lungimiranza su questi scenari, vediamo di usare il pudore indispensabile difronte alle tragedie come quella di Cutro, sapendo che è una delle più drammatiche ma purtroppo non è e non sarà la sola.