Milano, 21 lug. (askanews) – Va avanti, la giunta Sala. Il sindaco rivendica “le mani pulite” e le “scelte progressiste” compiute in questi anni, ed enuncia gli obiettivi dei prossimi due anni: “Se la maggioranza c’è, e c’è, io ci sono”. Il Pd incassa la disponibilità del sindaco, e assicura: “Rilanciamo, innovando come è nel nostro Dna”. A cadere è solo l’assessore Giancarlo Tancredi, che si dimette e si toglie diverse sassolini dalle scarpe: “La discontinuità che si chiede era già in atto, serviva il capro espiatorio”.
La decisione di restare Sala la annuncia solo al termine di un intervento lungo circa mezz’ora. Prima il sindaco ha voluto rivendicare innanzitutto la sua onestà: “Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ritengo essere l’interesse dei cittadini. In tutto ciò che ho compiuto nel mio mestiere di sindaco non esiste nessuna azione a mio personale vantaggio: le mie mani sono pulite”. Ma anche sul piano politico, Sala ha difeso le scelte fatte: le risposte ai “problemi strutturali” di una “città che si sta facendo metropoli” sono state sempre “decisamente progressiste”, con l’obiettivo di “far crescer Milano su una strada che tenga insieme le ragioni dello sviluppo e il sostegno a chi fa fatica”.
Dunque “dobbiamo essere orgogliosi del nostro percorso. I bilanci li abbiamo fatti assieme, e le scelte le abbiamo fatte assieme, nel segno delle altre grandi città governate dal centrosinistra. Non è così? Pensiamoci. Si dice che abbiamo lasciato troppo spazio agli interessi immobiliari privati, ma la vicenda Pirellino dice il contrario. Abbiamo speso un miliardo di euro in serizi sociali. Si può fare di più? Si deve sempre fare di più, e guai a chi si sottrae a questo dibattito”. E allora raccoglie le nuove priorità del Pd: “Dobbiamo far sì che i prossimi sviluppi urbanistici abbiano maggior attenzione per i servizi pubblici, operare sul piano straordinario casa e sugli appartamenti sfitti, anche della Regione, migliorare il trasporto pubblico locale, il verde pubblico, migliorare la cura di ogni quartiere”.
I Dem raccolgono l’assist: “Serve un mandato politico chiaro, in cui le forze di maggioranza si riconoscano”, a partire dal “piano casa” e dalla delibera su San Siro “che non vogliamo abbandonare e porteremo la delibera in consiglio”. Su questo “il Pd c’è, a testa alta, coeso. Non perdiamo questa opportunità, rilanciamo, innovando come è nel nostro Dna. Sindaco, andiamo avanti insieme: insieme per davvero”, assicura la capogruppo in Consiglio Beatrice Uguccioni.
Insomma si va avanti, e in attesa che il cambio di passo si concretizzi, cambia solo la composizione della giunta, con le dimissioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana: “Sarà interessante vedere, tolto di mezzo l’assessore caduto in disgrazia, come cambierà l’urbanistica di Milano…”, dice Tancredi annunciando le dimissioni. A settembre il primo banco di prova sarà la delibera di San Siro, con i Verdi che anche oggi ribadiscono la contrarietà alla delibera, il Pd che assicura “non la abbandoneremo”, e Sala che garantisce: “Rispetteremo i tempi”.
L’opposizione non crede al rilancio: “La città è condannata all’agonia”, dice la vice segretaria leghista Silvia Sardone”, col Carroccio che chiede ancora le dimissioni: “Il centrosinistra ha gravemente fallito e dovrebbe consentire ai milanesi di tornare al voto”. Attacca anche l’esponente di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza: “Milano non merita di rimanere ostaggio delle lotte di potere di una sinistra in agonia, complice del degrado, dell’illegalità e dell’abbandono. Serve una svolta. E serve adesso”.
Da Roma interviene anche Antonio Tajani: “Io credo che Sala non debba dimettersi perché ha avuto un avviso di garanzia. Il problema è come viene amministrata la città di Milano – ha sottolineato il segretario di FI – ma non possiamo neanche permettere che a causa di inchieste giudiziarie si fermi la crescita in una città come Milano, che è la capitale economica del nostro Paese, perché sono troppe le inchieste giudiziarie che poi paralizzano l’attività amministrativa”.
Rea