Ad Alessandria il secondo incontro di Impegno Liberi e Forti

E' un nuovo innamoramento nei confronti della partecipazione alla vita della polis

Dopo il primo incontro avvenuto nei giorni del centenario dell’appello lanciato da don Sturzo nel gennaio 1919, prosegue l’Impegno Liberi e Forti di Alessandria. Si è svolto nei giorni scorsi il secondo incontro di un gruppo di persone, che va crescendo, interessate a un percorso di partecipazione ed elaborazione politica ispirato ai principi e ai valori del cattolicesimo democratico. Senza finalità partitiche o elettorali, ma con l’obiettivo di essere presenti e incisivi nello spazio pubblico, grazie a un lavoro collettivo capace di fare sintesi di diverse proposte e tradurle in impegno per il bene comune.

Senza l’intenzione di costruire un nuovo centro culturale su politica e politiche, bensì con la volontà di facilitare e diffondere l’incontro tra proposta politica ed elaborazione culturale. Un impegno, dunque, per aiutarci e aiutare ad avere dei criteri di orientamento e non subire un discorso pubblico in cui gli slogan consumano sempre più velocemente le aspettative, la formazione delle opinioni prescinde spesso dalle informazioni verificate, la rabbia e la prepotenza si atteggiano a forza morale.

Dalla dottrina sociale della Chiesa alla Laudato Si’, hanno sottolineato diversi interventi alla serata alessandrina, le fonti per una elaborazione politica di questo tipo non mancano. Né il panorama culturale italiano è carente di studi, indagini, inchieste che consentano di rimettere al centro la realtà sociale ed economica del Paese e dei nostri territori. La sfida più complicata, ma necessaria, è quella di costruire un percorso che sia inclusivo, valorizzi il contributo delle esperienze individuali, pratichi un dialogo costruttivo, esprima una posizione chiara e proposte puntuali sui temi centrali nello scenario politico nazionale e locale. Durante l’incontro di domenica ne sono stati individuati cinque: povertà e immigrazione, lavoro e sviluppo, ambiente, Europa, istituzioni.

Come più di un intervento ha confermato, lo scenario in cui oggi ci troviamo, privo di sedi di mediazione e di dialogo, schiacciato sulle sensazioni del giorno per giorno, povero di prospettive e di una visione di lungo termine, è figlio anche della dispersione di un patrimonio sociale, quello dei corpi intermedi e dell’associazionismo politico, nel quale i cattolici democratici sono stati storicamente protagonisti. Chi guarda, anche all’interno delle nostre comunità, a quella storia come fonte di ispirazione per un rinnovato impegno dei cattolici in politica deve tener conto che il diverso contesto richiede di immaginare forme nuove di intermediazione tra politica e società, tra istituzioni e persone.

“Ciò che può permettere di fare un salto di qualità alla vita pubblica italiana – ha affermato nel corso della serata Renato Balduzzi – è un nuovo innamoramento nei confronti della partecipazione alla vita della polis da parte di quanti hanno a cuore la coesione sociale e la promozione e l’incoraggiamento degli ultimi. Persone che non mettano al primo posto il proprio interesse particolare (e che dunque siano “libere”) e che accettino di confrontarsi a tutto campo con altri (per essere, appunto, “forti”)”.