Milano, 23 mag. (askanews) – Il fotografo franco-brasiliano Sebastiao Salgado, celebre per le sue foto che hanno raccontato popoli, paesaggi e culture di tutto il mondo, è morto a 81 anni.
A dare la notizia della scomparsa l’Accademia di Belle arti francese di cui faceva parte: “siamo profondamente rattristati nell’annunciare la morte, avvenuta questo venerdì all’età di 81 anni, del nostro collega Sebastião Salgado”, ha scritto l’Accademia, che lo definisce “un grande testimone della condizione umana e dello stato del Pianeta”.
Nato a Minas Gerais, in Brasile, l’8 febbraio del 1944, Salgado si trasferì in Francia negli anni Sessanta per completare gli studi. Cominciò la sua carriera come fotoreporter, anche in scenari di guerra, lavorando per grandi agenzia internazionali come Sygma e Magnum.
Negli anni ha deciso poi di dedicarsi ai temi che gli stavano più a cuore, le condizioni dell’umanità, con reportage sulle migrazioni e sulle condizioni di lavoro nei Paesi più poveri del mondo, e le condizioni del Pianeta, con ampi lavori dedicati all’Amazzonia e ai luoghi remoti, e in pericolo, del mondo.
Fra i suoi progetti fotografici più famosi “Terra”, “Exodus”, “Amazzonia” e “Genesi”, che in oltre 245 scatti di grande formato, e in bianco e nero, raccontava l’esistenza di un Pianeta ancora incontaminato, di un altro mondo in cui uomini e natura convivono in perfetto equilibrio, frutto di un viaggio durato 8 anni da Nord a Sud del Pianeta.
A spingerlo, come sempre, “un’enorme curiosità di vedere il mondo e conoscerlo”, aveva raccontato in occasione della presentazione della mostra a Milano, nel 2014.
Una curiosità e una passione che lo hanno spinto anche ad impegnarsi concretamente per salvare il Pianeta promuovendo ad esempio importanti progetti di riforestazione.