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mercoledì, 3 Settembre, 2025
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Addio Emilio Fede, cinquanta anni di giornalismo televisivo

Roma, 2 set. (askanews) – Emilio Fede, nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1931, è stato per decenni uno dei volti più noti e discussi del giornalismo televisivo italiano. La sua carriera iniziò in Rai, dove si fece conoscere come inviato e conduttore. Dallo stile diretto e teatrale, seppe presto trovare la sua cifra in un mondo televisivo che stava diventando il centro della vita pubblica del Paese. Il grande salto arrivò con la Guerra del Golfo nel 1991. Le dirette notturne, le immagini in tempo reale, la tensione palpabile: Fede divenne il narratore italiano di un conflitto che il pubblico seguiva come un evento globale. Resta nella memoria l’intervista al pilota Gianmarco Cocciolone, prigioniero degli iracheni, con quel celebre “sono stato abbattuto” che entrò nella storia televisiva. Un anno dopo, Berlusconi lo chiamò a Mediaset per dirigere il Tg4.

Quello fu il suo regno: non un notiziario neutrale, ma un palcoscenico personale. Ogni sera, oltre alla cronaca, arrivavano i suoi commenti, le sue smorfie, i suoi sfoghi. Memorabili le gaffe in diretta, i lapsus (“che figura di m…” rimase proverbiale), le arrabbiature con tecnici e collaboratori. Erano inciampi che lo trasformavano, suo malgrado, in fenomeno pop: Crozza lo imitava, la rete rilanciava i suoi fuori onda, e lui finiva per accettare con ironia quella caricatura di sé stesso. Il rapporto con Berlusconi fu la vera chiave della sua carriera. Difensore instancabile del Cavaliere, lo sosteneva in ogni circostanza, anche a costo di attirarsi l’accusa di essere un “megafono” più che un giornalista. Ma quella fedeltà gli garantì visibilità, accesso privilegiato ai palazzi del potere e un posto fisso nella battaglia politica combattuta anche sul terreno televisivo.

La parabola professionale si è interrotta bruscamente nel 2012, quando lasciò Mediaset dopo il coinvolgimento nell’inchiesta Ruby. “Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede”, disse una volta. A segnare profondamente questo ultimo tratto della sua vita è stata anche la perdita della moglie Diana De Feo, giornalista e poi parlamentare di Forza Italia, sposata nel 1963 e rimasta con lui per quasi sessant’anni. È morta nel giugno 2021, lasciando Fede vedovo dopo una vita intera, condivisa spesso a distanza, lui a Milano, lei fra Roma e Napoli, ma uniti da un rapporto continuo e profondo. Una volta, per raggiungerla a Napoli per il compleanno, era stato persino arrestato, e poi subito rilasciato, con l’accusa di essere evaso dai domiciliari.