Una transizione generazionale non lineare
Nell’attuale contesto sociale globale segnato da una transizione complessa e non lineare delle generazioni, il concetto di leadership multigenerazionale acquista una centralità strategica, non solo sul piano delle politiche pubbliche, ma anche nei modelli organizzativi del sociale organizzato, del terzo settore, delle imprese, delle istituzioni del sapere e delle istituzioni. In questo scenario, emerge un nuovo attiv-attore sociale: gli “age-runners”, una generazione mixata e mobile che attraversa soglie anagrafiche, culturali e cognitive, superando le barriere fra tutte le età, tra innovazione e tradizione.
Dalla successione alla costruzione condivisa
La leadership intergenerazionale non può più essere intesa come semplice passaggio del testimone tra una dimensione giovane ed una persona anziana, bensì come costruzione dinamica di reti orizzontali e verticali di collaborazione, in cui la diversità-pluralità generazionale diventa risorsa per generare innovazione sociale, resilienza e sostenibilità. È la genesi della leadership multigenerazionale.
Chi sono gli age-runners
Gli age-runners rappresentano la manifestazione concreta di un nuovo modello umano: persone capaci di “correre” lungo le traiettorie di più fasi del vivere, dell’apprendere e dell’insegnare simultaneamente, connettendo la longevità attiva trasversale con il long life learning digitale, l’esperienza con la creatività. Essi agiscono come ponti tra generazioni e contesti, incarnando la pluri-appartenenza temporale e culturale, fondamento di una leadership adattiva, trasformativa e relazionale.
La “sociologia dell’umanità”
Come ci ricorda Barbara Calabrese, docente di sociologia generale presso la Sapienza Università di Roma, siamo in presenza della “sociologia dell’umanità”. Il paradigma age-runner richiede un ripensamento anche delle teorie sociologiche della generazione, delle leadership trasformative e della psicologia evolutiva del profondo, integrando dimensioni come l’ageing, l’intelligenza emotiva intergenerazionale e le competenze trasversali digitali.
Una leadership ecosistemica
È certamente la luce che necessita per uscire da quelle che lo psicoanalista junghiano Aldo Carotenuto chiamava i “sotterranei dell’anima”. È nella dimensione meta-generazionale che prende forma una leadership non gerarchica ma ecosistemica, che valorizza il contributo delle diverse età in modo circolare, e non sequenziale ma autenticamente multigenerazionale.

