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Al summit Ue Meloni e Macron bloccano Mercosur, su Ucraina si tratta a oltranza

Bruxelles, 18 dic. (askanews) – Sabato Ursula von del Leyen non potrà firmare l’accordo commerciale con i Paesi Mercosur. La presidente della Commissione era attesa per questo in Brasile, ma Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron hanno bloccato tutto, costringendo l’esecutivo comunitario a un rinvio, probabilmente a gennaio.

Il primo a uscire allo scoperto, nei giorni scorsi, era stato Macron, che questa mattina, appena arrivato al Consiglio europeo, ha ribadito la posizione ancora contraria al via libera della Francia. Intanto, Bruxelles era ‘assediata’ dalla manifestazione degli agricoltori, protagonisti anche di scontri con la polizia belga, che aveva proprio la contrarietà all’Accordo col Mercosur tra le sue motivazioni principali.

“Riteniamo che i conti non tornino e che questo accordo non possa andare avanti così com’è”, ha detto il presidente francese, che ha precisato; “Siamo favorevoli agli scambi” ma “serve reciprocità”. Macron ha anche spiegato di averne parlato più volte con Meloni rilevando che “anche lei ritiene che la questione non sia ancora pronta per essere votata”. Per cercare di convincerli si è mosso direttamente il presidente brasiliano Lula, presidente di turno del Mercosur, che dopo aver sentito nei giorni scorsi Macron questa mattina ha chiamato Meloni.

“Lei – ha rivelato Lula – mi ha spiegato che non è contraria all’accordo; sta solo affrontando un problema politico a causa degli agricoltori italiani, è in imbarazzo ma è sicura di poterli convincere ad accettare l’accordo”. E ha aggiuto: “Ci ha chiesto di pazientare al massimo un mese”. Frasi che forse hanno creato disagio a Palazzo Chigi, che a strettissimo giro ha inviato una nota spiegando che “il Governo italiano è pronto a sottoscrivere l’intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi”.

Il Mercosur non era comunque un punto all’ordine del giorno del Consiglio europeo, chiamato oggi a prendere una difficilissima decisione sul finanziamento dell’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto oggi al summit, ha ribadito che una decisione “deve essere presa entro la fine di quest’anno” e che l’opzione preferibile è quella dell’uso degli asset russi congelati perchè così “la Russia comprenderebbe che è colpevole”. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha assicurato che “non lasceremo mai questo Consiglio senza una decisione definitiva per garantire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per il 2026 e il 2027”.

Dunque ci si prepara a una seduta fiume, anche in notturna e se necessario domani. Per l’suo degli asset c’è da convincere il Belgio (che teme le ritorsioni di Mosca) ma anche Italia, Malta, la Bulgaria. Roma – è noto – avrebbe preferito la strada del debito comune garantito dal bilancio europeo, ma contrari a questa ipotesi ci sono la Germania, l’Olanda e gli altri frugali. Se questa ipotesi richiede l’unanimità – impossibile, quantomeno a causa dell’Ungheria – per l’uso degli asset si può procedere a maggioranza qualificata e appare dunque l’unica via percorribile. Salvo che, era un’ipotesi che si affacciava ieri, non si decida per un prestito ponte (per circa 4 miliardi al mese) in attesa di trovare la soluzione definitiva.

A pomeriggio inoltrato, è in corso un lavoro di mediazione, a livello tecnico, con il Belgio, per portare un nuovo testo relativo al prestito di riparazione alla discussione dei leader. Una fonte qualificata europea assicura che ci sono “progressi” ma come andrà a finire è molto difficile dirlo.