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martedì, 24 Giugno, 2025
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Al vertice dell’Aia l’atteso ritorno di Trump al tavolo Nato

L’Aia, 24 giu. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Con in mano una tregua tra Israele e l’Iran e una debole risposta di Teheran all’attacco degli Stati Uniti d’America – evidentemente calibrata per evitare un’escalation – Donald Trump è atteso al tavolo della Nato. Ritorno dal 2019 del presidente Usa a un vertice dell’Alleanza, o meglio al vertice che vuole esaudire la sua richiesta: un passaggio di spese per la difesa da parte degli alleati dal 2% del prodotto interno lordo al 5% (3,5% di difesa “core” e un 1,5% di quelle che vengono genericamente indicate come infrastrutture, sicurezza informatica e mobilità militare): l’ accordo è stato raggiunto nel fine settimana, nonostante un no tardivo della Spagna al quale è seguita l’ambiguità costruttiva del suo premier Pedro Sanchez in un messaggio. Poi ieri pomeriggio anche il premier slovacco Robert Fico si è attaccato al tram della contestazione del 5%, ma l’Alleanza sta andando inequivocabilmente verso un’evoluzione dell’impegno di spesa.

Basta guardare il programma del giorno all’Aia. Lungo l’intera giornata di oggi si dipana il Nato Summit Defence Industry Forum dove i ministri della Difesa dei 32, i rappresentanti delle industrie dei Paesi Nato e i partner dell’Indo-Pacifico si incontrano e discutono su come aumentare, velocizzare e innovare il mantenimento della difesa e della deterrenza.

Chiaro è che il “salto di qualità” nella spesa richiede grande impegno e non mancano i distinguo persino nel paese del segretario generale Mark Rutte che ospita il summit: una maggioranza crescente degli olandesi sostiene una maggiore spesa per la difesa purché non vada a scapito degli investimenti interni, secondo un sondaggio Ipsos I&O pubblicato dal locale Nrc. Ora il punto non è “se”, ma “quando”. La formula prevalente sembra “entro il 2035.

La crisi mediorientale non è nell’agenda ufficiale del vertice, ma sta già dominando e lo stesso Rutte ha riconosciuto ieri in conferenza stampa di apertura l’importanza della questione iraniana, oltre a sottolineare la centralità della “guerra alle porte” ovvero in Ucraina e ad annunciare ufficialmente la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che partecipa alle 14.30 a un incontro tra il segretario generale e l’Unione Europea. Il nome di Zelensky compare anche nel programma odierno, nel momento più glamour: la cena a palazzo Huis ten Bosch tenuta da sua Maestà re Guglielmo Alessandro e la regina Máxima, nata in Argentina con radici italiane (oltre ad essere da parte di padre, discendente di re Alfonso III del Portogallo e di altre famiglie nobili della Penisola iberica).

Alla cena sono invitati tutti i capi di stato, di governo (per l’Italia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni) nonché il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Gli esperti si stanno già leccando i baffi: in menu piatti della cucina olandese, vini pregiati e magari anche un bicchiere di Coca-Cola Zero. “Rutte sa coccolare Trump come nessun altro. E Máxima lo conquisterà con il suo fascino e la sua cultura”, scrivono le cronache rosa locali.

L’Ucraina resta centrale in questo vertice e la Nato riaffermerà il suo sostegno a Kiev, oltre a un nuovo Consiglio Ucraina-NATO a livello di ministri degli Esteri. Gli aiuti ora conteggiati nella spesa per la difesa nazionale non cesseranno come ha assicurato lo stesso Rutte. Anzi il continuo sostegno dei partner della NATO all’Ucraina viene ribadito. Da notare comunque è un notevole cambiamento di stile su come viene comunicato il sostegno e la presenza ucraina. Ieri sera un aereo del governo ucraino è atterrato a Schiphol. L’Airbus A319 è atterrato sulla pista Polderbaan dell’aeroporto intorno alle 23.20. Non è noto se a bordo dell’aereo ci fosse anche il presidente ucraino Zelensky ma secondo la stampa locale al momento dell’atterraggio, un elicottero della polizia si trovava nelle vicinanze, per monitorare la situazione.