Roma, 12 nov. (askanews) – Parte una nuova avventura artistica – discografica e concertistica – per Ottavio Dantone e Accademia Bizantina, dedicata all’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach, affresco musicale che qui per la prima volta viene affrontato dal celebre ensemble dopo lunga riflessione ed attesa, per restituirne un’interpretazione culturalmente contestualizzata ed emotivamente trascinante: Baroque Anatomy #5 – The Eye è dunque il primo capitolo di un progetto che, suddiviso in tre volumi, si chiuderà entro il 2028, sarà corredato da video registrati durante le sedute di registrazione al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, ma soprattutto vuole rendere la grandezza di Bach anche ad un pubblico nuovo, in una sorta di grande romanzo di formazione musicale.
Da oggi disponibile su Youtube e Instagram il primo video di backstage realizzato al Teatro Goldoni di Bagnacavallo durante la registrazione del primo capitolo del progetto discografico triennale ( https://youtu.be/pno4BG3LcdI ) e https://www.instagram.com/p/DQyu9bNDTN9/
L’uscita digitale è prevista per il 14 novembre e l’uscita su CD il 12 dicembre.
Affrontare per la prima in volta in sala d’incisione i Concerti Brandeburghesi di Bach non poteva che essere un obiettivo lungamente meditato al fine di trovare per un repertorio così frequentato e determinante nella storia della musica, un nuovo cammino, originale artisticamente, ma soprattutto utile alla comprensione del testo da parte dell’ascoltatore. Racconta così la genesi del progetto lo storico Konzertmeister Alessandro Tampieri: “L’idea è rimasta sul tavolo per diversi anni, in attesa di costruire un progetto di ampio respiro che potesse offrire il nostro punto di vista su questi capolavori. L’unicità e la grandezza di queste pagine richiede un’attenzione speciale e la sola ‘semplice’ registrazione dei 6 Concerti ci è sempre sembrata riduttiva. L’occasione si è presentata durante gli spostamenti tra un concerto e l’altro, negli aeroporti o sui bus, quando, un po’ per gioco e molto per passione, abbiamo pensato che sarebbe stato affascinante e, in un certo senso, inedito offrire all’ascoltatore un’esperienza dei Brandeburghesi ‘immersiva’ come si dice oggi, legando insieme brani attinenti tra di loro per geografia, genesi, storia personale dei compositori, destinazione d’uso, et cetera”.
Nasce così il progetto di presentare ognuno dei sei Brandeburghesi ‘immerso’ nel milieu musicale in cui sono nati per “mostrare come ogni Concerto bachiano nasca da un’idea preesistente – come il Concerto solistico, il Concerto grosso, la Sonata a tre, l’Ouverture – ma da essa subito se ne separi, puntando verso il vertice, verso la perfezione della forma, individuando un punto di fuga al di là del nostro sguardo” prosegue Tampieri. E per sottolineare come, nonostante la divisione in capitoli narrativi, i Brandeburghesi rimangano a tutti gli effetti un corpo unico, Ottavio Dantone e Accademia Bizantina hanno scelto, con spirito giocoso, la metafora anatomica, scienza assai in voga e molto intrecciata con le arti al tempo.
Dunque il primo capitolo di questo affresco storico musicale, dedicato alla grandezza dei Concerti Brandeburghesi, è #5 The Eye, l’Occhio e sempre Tampieri sottolinea che “Le associazioni con gli organi ci sono state suggerite dalle sensazioni che ogni volta proviamo eseguendo questi capolavori. Più che una chiave interpretativa, sono dunque dei suggerimenti, dei cenni d’intesa a quanti avranno modo di ascoltare”. L’Occhio, organo per eccellenza dell’estetica barocca e settecentesca, vede l’album aprirsi con il quinto brandeburghese qui ‘immerso’ nel Concerto per Flauto e Violino in mi minore di Telemann, quindi nel Quartetto per Flauto in la minore di C.P.E.Bach ed infine nel Concerto per Flauto, Violino e Clavicembalo di nuovo di J.S.Bach.
Tutti i brani di #5 The Eye hanno dunque in comune la centralità di tre strumenti, il clavicembalo, il flauto e il violino, con la variante della viola in Carl Philipp Emanuel Bach, una scelta poco frequentata nella storia e che rende l’impaginato circolare, pur nella diversità delle forme. Oltre ad essere incentrato totalmente sulla famiglia Bach in senso allargato, intesa come ambiente musicale che diede alla musica “raffinatezza, fantasia e allo stesso tempo un certo rigore di scrittura. Una scrittura molto differente da quella italiana, anche se tutti hanno attinto allo stile italiano, ma rielaborandolo secondo la loro cultura. Dunque è un programma che si discosta dalla consuetudine di Accademia Bizantina, molto basata sui compositori italiani, ma riteniamo che ascoltarlo eseguito proprio da un ensemble italiano possa dare una lettura estetica e d’affetti molto interessante, laddove l’intreccio fra le due culture svela sempre interpretazioni inedite e crea effetti molto stimolanti”, spiega Ottavio Dantone.
Il primo capitolo di Baroque Anatomy avrà poi dal 2 febbraio un suo percorso live a partire dal Teatro Verdi di Trieste, quindi Roma, Bologna e Vicenza.

