Aldo Moro e il lavoro dell’uomo

(Aldo Moro, “Le linee politiche e programmatiche della DC”, Milano – in “Progetto”, n. 18, 3 giugno 1969)

Oggi festa dei lavoratori, vogliamo pubblicare questo breve scritto di Aldo Moro, a nostro avviso denso di un significato troppo spesso dimenticato 

Sia dunque ben chiaro che, quando si parla di un giusto controllo dell’economia e di rapporti umani, su base di autonomia, dignità e responsabilità nell’ambiente di lavoro, non si discute solo di efficienza produttiva, ma di condizione sociale della persona, di qualche cosa che va al di là della pur naturale rivendicazione di benessere e della giustizia, per toccare la posizione dell’uomo ed il suo modo di essere, il solo accettabile ed appagante, nella società.

La partecipazione così intesa è non solo mezzo, ma anche è più fine; è il superamento della civiltà dei consumi in favore della civiltà dell’uomo. In termini di libera politica e di dignità ed autonomia sociale si riscatta la persona dall’inquietudine e dallo scontento, che il solo benessere non riesce a placare. In una tale condizione c’è un lavoro da compiere ed una disciplina da accettare. Ma è importante e caratterizzante che in essi si esprima l’uomo non come servo della macchina, della tecnica, dei padroni, del potere, ma come libero e responsabile protagonista della vita sociale e politica.