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Almasri, opposizioni non mollano Meloni: mozione sfiducia a Nordio

Roma, 11 feb. (askanews) – La mossa era stata pensata già da una settimana, subito dopo le informative in Parlamento dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio: la mozione di sfiducia contro il Guardasigilli era stata fin da subito una delle mosse pensate dalle opposizioni per tenere alta l’attenzione su una vicenda – quella del rimpatrio di Almasri – che imbarazza il governo. “Dobbiamo capire come continuare a tenerli sotto pressione”, era il commento che si raccoglieva in Transatlantico appena dopo gli interventi dei ministri. Perché “Giorgia Meloni scappa”, come ripetono ormai quotidianamente Elly Schlein, Giuseppe Conte e anche gli altri leader del centrosinistra.

I conciliaboli erano inziati subito, la leader Pd già mercoleì scorso aveva a lungo ragionato in Transatlantico con il leader M5s e, poi, con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli e anche con Maria Elena Boschi. Solo Carlo Calenda si è sfilato, il leader di Azione non apprezza “queste iniziative”, le definisce “controproducenti”.

Non è quello che pensano tutti gli altri, però. Perché se la Meloni “scappa” – è il ragionamento – vuol dire che il tema è per lei un problema, dal momento che non è semplice giustificare il rilascio di un uomo – rimpatriato con l’aereo dei servizi segreti italiani – accusato di violenze, torture, stupri e via dicendo.

La scelta di Nordio come bersaglio è stata la più naturale, spiegano. “Piantedosi – di fatto – ha detto la verità. Ha spiegato che Almasri è stato liberato perché era pericoloso. Ma è Nordio che ha perso tempo sul mandato della Cpi, ritardando la convalida dell’arresto e di fatto portando al suo rilascio”. Senza contare che il Guardasigilli ha polemizzato con la Cpi, scelta imperdonabile per le opposizioni: “Così si delegittima un organismo internazionale nato anche con la firma dell’Italia”.

Certo, nessuno pensa che la mozione possa passare. Anzi, proprio questo è stato uno degli elementi di valutazione: “Le mozioni ricompattano sempre la maggioranza anche quando ci sono divisioni”, ricorda un parlamentare Pd. Ma, appunto, l’obiettivo è un altro: tenere la Meloni sotto tiro su una vicenda imbarazzante. Lei che aveva promesso la caccia ai trafficanti di uomini “in tutto il globo terracqueo” e che ora deve giustificare il rilascio di un uomo accusato proprio di connivenze con i trafficanti e di terribili atti di violenza.