Roma, 3 dic. (askanews) – Un’inchiesta di Altreconomia rivela chi ha in tasca i “war bond” di Israele, ovvero i titoli di Stato emessi da Tel Aviv per finanziare anche la spesa militare: dai dati inediti elaborati dal centro di ricerca olandese Profundo emerge la “gravissima responsabilità del colosso assicurativo tedesco Allianz (sponsor delle Olimpiadi), mentre è confermato il passo indietro di Bper, anche se tra i “nuovi” investitori, pur con importi ridottissimi, c’è anche una società che fa capo a Fondazione Cariplo.
Nell’ultimo anno Allianz ha continuato di fatto a finanziare il genocidio contro la Striscia di Gaza, denuncia Altreconomia. Il colosso tedesco dei servizi finanziari e assicurativi ha infatti acquistato “War bond” emessi dallo Stato di Israele per qualcosa come 1,7 miliardi di dollari solo tra gennaio e novembre 2025.
Lo confermano i dati elaborati da Profundo per conto di Altreconomia e aggiornati a metà novembre 2025. Per quanto riguarda il ruolo di attori italiani, la ricerca di Profundo conferma il “passo indietro” del Gruppo Bper ma fa emergere, pur in maniera estremamente minoritaria, tre nuovi investitori nazionali. Tra loro c’è anche la Quaestio capital Sgr, società di gestione del risparmio con sede a Milano e di proprietà di una holding domiciliata in Lussemburgo il cui primo azionista è la Fondazione Cariplo.
La maggior parte dei War bond è concentrata del resto in pochi istituti. I primi 20 possiedono la quasi totalità del pacchetto (22,9 miliardi su poco meno di 24 miliardi), i primi 10 detengono poco più di 20,6 miliardi e solo i primi cinque ben 14,4 miliardi (cioè il 60% del totale).
Al primo posto c’è il fondo comune di investimento Ksm mutual funds, quotato a Tel Aviv, per un’esposizione di poco più di 3,6 miliardi di dollari. Seguono l’assicuratore israeliano Migdal (poco più di tre miliardi) e la citata Allianz. L’assicuratore tedesco, che è pure partner globale del Comitato olimpico internazionale e sponsor di Milano Cortina 2026, non è solo il più esposto tra gli investitori stranieri ma ha anche aumentato sensibilmente la sua posizione, passando dai 960 milioni di dollari registrati a gennaio 2025 a 2,67 miliardi di novembre 2025, un incremento come detto di 1,7 miliardi in meno di un anno. Quindi mentre la maggior parte degli istituti finanziari internazionali si libera dei titoli di Stato israeliani, Allianz ha triplicato la propria esposizione, associandosi sempre di più a un governo responsabile di gravissimi crimini contro l’umanità.
Una parte dell’analisi di Profundo riguarda anche l’Italia. A gennaio 2025 il Gruppo Bper possedeva titoli di Stato israeliani per un totale di 99 milioni di dollari, tramite Arca Fondi Sgr, cresciuti fino a oltre 190 milioni nell’estate di quest’anno. Dopo la sua uscita di scena – frutto anche delle proteste di diversi correntisti e lavoratori – rimangono, a novembre 2025, tre investitori istituzionali italiani che possiedono ancora titoli di Stato israeliani per un totale di “soli” 7,1 milioni. Un ammontare minimo che merita comunque un approfondimento.
Il primo investitore è la società di intermediazione finanziaria ConsultInvest, con sede a Modena, con 3,1 milioni di euro. Segue con 2,4 milioni Banca Mediolanum, che ha acquistato titoli israeliani per il tramite della Mediolanum International Funds Ltd., veicolo societario del Gruppo con sede però in Irlanda. Chiude il cerchio la Quaestio Capital Management Sgr con 1,5 milioni. Nata nel 2009, la società con sede a Milano dichiara sul proprio sito di gestire a oggi oltre 15 miliardi di euro grazie a “un team di circa 50 professionisti”.
Il capitale sociale di Quaestio Sgr risulta interamente detenuto dalla Quaestio Holding S.A., società lussemburghese di proprietà di Fondazione Cariplo (43,98% del capitale), Fondazione Cassa di risparmio di Forlì, Fondazione Cariparma, Fondazione Sardegna, Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti, e Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano.

