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martedì, Febbraio 11, 2025
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Amare e pulire: l’arte della selezione in Ama.

Un’analisi ironica e riflessiva sui criteri di selezione dell’Ama, dove l'arte di “Amare e pulire” sembra premiare l’inesperienza, escludendo chi davvero conosce il mestiere. “Ama e fa’ ciò che vuoi” (Sant’Agostino)?

Riprendendo Carducci, un De Sica ispirato e innamorato diceva in una celebre battuta di un film: ”Amate, amate, genti umane e affaticate”. Amare sta per prendere e orientarsi con passione verso l’altro.

Secondo la bellissima espressione della Treccani,l’amore è un sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.

Quindi, al contrario di quanto comunemente si creda, non è la soddisfazione di sé, quanto la gioia da donare al prossimo che scelgo per compagno di vita. Qualcosa da ricordare agli sposi di oggi e di domani.

Può darsi che non sia esattamente questa la cifra a cui l’Ama, l’Azienda Municipale Ambiente del Comune di Roma, si è ispirata per individuare i requisiti che dovrebbero avere i suoi futuri 40 apprendisti addetti alla conduzione di veicoli o mezzi d’opera.

Da quanto riportato in cronaca, la selezione pubblica in corso ha dovuto necessariamente individuare dei paletti che sbarrino o meno la strada ai pretendenti all’assunzione in azienda,con il compito di addetto alla conduzione di mezzi.

Non si tratta certo di auto comuni; tant’è che per la loro guida è richiesta la patente di guida “C” euna CQC, una carta di qualificazione del conducente. Evidentemente c’è al mondo chi, non sapendo cosa altro fare e non volendo bighellonare, si è intanto guadagnato questo titoloper buon capriccio personale.

Si legge che il futuro dipendente effettuerà il servizio di raccolta dei rifiuti, di concerto con gli altri addetti allo spazzamento e raccolta, e provvederà alla raccolta /o movimentazione manuale e/o meccanizzata dei rifiuti. In soldoni, se si è compreso, gioca sia di ramazza che al governo di un mezzo per scaricare i cassonetti.

Andiamo sulle dolenti note. Frequentemente l’ingresso al mondo del lavoro trova un severoostacolo non potendosi vantare esperienze lavorative già maturate in precedenza.

Ama ha invece ritenuto di dover ribaltare i termini della questione, forse esagerando. Non ha posto filtri di ingresso. Al contrario, sembra aver stabilito che chi abbia già da vendere un mestiere, esercitato con l’esercizio di mansioni uguali o similari a quelle richieste, non debba essere considerato, semmai escluso.

Così, trasportatori, autisti e quant’altri del settore non dovrebbero avere accoglienza a meno che non tacciano sul loro precedente passato.

“Amara terra mia” quella per un non neofita del campo, che si troverebbe inibito alla possibilità di un futuro impiego. “Ammazza, che criterio singolare!”, commenterebbe, forse, l’uomo della strada!

Ama, nel campo aeronautico, sta anche per Area mininum altitude, minima altitudine di zona.

La nostra Municipalizzata, alzando l’altitudine della l’asticella di ingresso, ha poi previsto, come motivi di merito, il possesso di una laurea triennale, così di fatto sbarrando la strada a chi, pur magicamente dotato delle categorie di patente richiesta, non può vantare la stessa formazione culturale.

C’è una logica singolare nell’avere regolamentato la faccenda. Si deve essere vergini della materia e nel contempo, se si fosse studiato, si sarà avvantaggiati nella scelta. Di fatto, si fa fuori chi, per avventura, da tempo ci sa fare alla conduzione di un mezzo e non ha titoli di studi da spendere.

In fisiologia, la conduzione è il propagarsi dell’eccitamento da un punto all’altro di una fibra nervosa o del tessuto del cuore. Ci vorrà un po’ di eccitamento per essere assunti in Ama e poi andare per zone della Capitale a mettere pulizia dove occorre. “Ama e fa’ ciò che vuoi”, insegnava Sant’Agostino. Non sarebbe male, come sempre, di nuovo ispirarsi a lui.