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martedì, 4 Novembre, 2025
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Amart, a Milano l’antiquariato dai tappeti al Rinascimento

Milano, 4 nov. (askanews) – L’antiquariato come manifestazione dell’arte senza tempo: da questa idea parte Amart, la rassegna promossa dal’Associazione Antiquari Milanesi nel Palazzo della Permanente, che guarda al mercato italiano internazionale e ospita in mostra oltre 60 espositori. Ne abbiamo incontrati alcuni, a partire da Clara Santini. “Abbiamo portato una carrellata di ritratti – ha detto ad askanews la direttrice della Galleria Reve Art di Bologna – e partiamo da un ritratto del 1892, quindi dal realismo ottocentesco e arriviamo fino all’espressionismo brutalista degli anni Cinquanta. Quindi il volto che trasmigra e attraversa un secolo di storia. I volti mi parlano e mi raccontano tante storie: ogni storia diversa e parlano di un’epoca storica, parlano di sofferenza, parlano di gioia, parlano di vita”.

Da Reve Art si trovano dipinti che appartengono alla stagione del moderno, ma il raggio d’azione della mostra milanese spazia anche decisamente pi indietro nel tempo, come nel caso della proposta della Galleria Altomani. “Ho scelto di portare un angolo di Rinascimento qui nel cuore di Milano – ci ha detto Andrea Ciaroni, terza generazione dei galleristi attivi a Milano e Pesaro – partendo proprio dall’inizio del Rinascimento, quindi dalla scuola di Brunelleschi. Qui abbiamo suo figlio, Andrea di Lazzaro a Cavalcanti detto il Buggiano, figlio adottivo di Brunelleschi. Tutte i ritratti che noi conosciamo di Brunelleschi sono stati fatti dal figlio e qui abbiamo uno dei suoi capolavori, una Madonna col bambino in stucco policromo e dorato, di grande preziosit affiancato da due bellissimi angeli di Benedetto da Rovezzano, smaltati da Della Robbia”.

Ciaroni invita il pubblico a chiedere e a curiosare e ci svela anche delle “camere delle meraviglie”, nascoste nel suo stand. Ma l’antiquariato prende anche altre forme, come per esempio quelle dei tappeti orientali, proposti da Mirco Cattai. “Per l’occasione – ci ha spiegato il gallerista milanese – ho presentato dei tappeti anatolici tra il XVI e il XVII secolo, tappeti molto importanti, da museo che per danno anche l’immagine di quello che faccio. Il tappeto paradossalmente come un’opera d’arte, soprattutto moderna, nel senso che molto internazionale, forse parliamo dell’oggetto pi internazionale che c’, tant’ che li troviamo in tutti i posti del mondo. I tappeti che tratto io sono tappeti da collezione, destinati a una piccola nicchia, ma di grandi conoscitori”.

Opere d’arte che sono pezzi unici, ma che, ci ha assicurato il gallerista, sono fatte anche per essere calpestate. E forse questo aspetto, di presenza nella vita reale delle persone, ci d in un certo senso la cifra dell’antiquariato che Amart presenta e vuole valorizzare.