Parte in Italia la campagna di promozione di Race to Zero, la corsa alle emissioni zero promossa dall’Ambasciata britannica in collaborazione con Italy for Climate, l’iniziativa italiana sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, sostenuta da un gruppo di imprese virtuose (Chiesi, Conou, Davines, e2i energie speciali, ERG, illy, ING Italia).
Race to Zero è la campagna ombrello delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi, cioè le imprese, le città, le regioni e le università, che stanno mettendo in campo impegni mirati alla neutralità carbonica e che vogliono essere leader di una maggiore ambizione climatica in vista della COP26, che si terrà a Glasgow nel 2021.
Quello delle zero emissioni nette entro il 2050 è l’obiettivo climatico di riferimento diventato ormai imprescindibile. Sono sempre più numerosi i Paesi che negli ultimi mesi hanno raccolto questa sfida annunciando impegni di neutralità carbonica, come emerso anche nel corso del Climate Ambition Summit in occasione dell’anniversario dell’Accordo di Parigi, lo scorso12 dicembre. Tra gli altri, l’Unione europea che ha raggiunto l’accordo per l’ambizioso target al 2030 di riduzione del 55% delle emissioni, la Cina, il Giappone e la Corea del Sud, oltre al Regno Unito-(68% delle emissioni entro il 2030) che ospiterà la COP26 in partnership con l’Italia. I riflettori sono puntati anche sugli Stati Uniti che, con la nuova Presidenza Biden, potrebbero tornare protagonisti sul clima.
Race to Zero vuole riunire e promuovere tutti gli attori “non governativi” che, pur non avendo un ruolo diretto negli Accordi globali, hanno preso impegni “Net Zero” per decarbonizzare le loro attività prima del 2050. Oltre all’impegno di neutralità carbonica da raggiungere al più tardi entro il 2050, gli attori della campagna Race to Zero devono anche aver definito un obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, aver individuato un piano di azione da mettere in campo fin da subito ed essere disponibili a rendere pubblici i loro progressi.