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mercoledì, 17 Dicembre, 2025
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Antisemitismo, una patologia della modernità

Dall’attentato di Sydney alla riemersione di un odio antico: un fiume carsico che attraversa società, culture e conflitti politici, mettendo a rischio la convivenza democratica in Europa e nel mondo

L’attentato gravissimo di Sydney ha segnato ufficialmente, e tragicamente, il ritorno dell’antisemitismo su scala mondiale. Un virus che, purtroppo, ha iniziato ad attecchire concretamente e culturalmente in molti angoli del mondo dopo il violento e spietato conflitto israelo-palestinese. Un conflitto che è stato usato e strumentalizzato da molte forze politiche, da alcune formazioni terroristiche, da molti gruppi estremisti e anche da confessioni religiose in vari Paesi e che, a un certo punto, è scoppiato puntualmente in forma violenta e sanguinaria.

Dalla propaganda allodio armato

Una deriva che, purtroppo, è destinata a radicalizzarsi e a trasformarsi in terrorismo. Anche perché, ed è persino inutile negarlo, la criminalizzazione costante, permanente e strutturale del “nemico ebreo” è destinata ad armare la mano di sbandati e di fanatici che sfociano, come da copione, in tragedie come quella australiana.

Un fiume carsico nelle nostre società

Ora, per fermarsi al pericolo e alla minaccia antisemita, non possiamo negare che questa subcultura è ritornata a correre come un fiume carsico nel sottosuolo della nostra civiltà. A livello nazionale come a livello europeo e internazionale. Ma, per fermarsi sul versante nazionale ed europeo, è sintomatico registrare ed evidenziare – seppur nel rispetto di tutte le opinioni – che l’antisemitismo è ben presente nell’humus popolare e nel comune sentire.

Al di là delle chiacchiere, dei proclami e della propaganda di chi finge di non vedere il pericolo antisemita, questa deriva circola abbondantemente nei mille gangli della società italiana ed europea.

La paura quotidiana delle comunità ebraiche

Del resto, oltre alla paura concreta e manifesta del popolo ebraico – addirittura nell’esercizio dei singoli movimenti quotidiani e fisiologici all’interno delle loro rispettive comunità – siamo di fronte al sintomo di un rischio che ormai è palese. Una paura che può sfociare, ed è già sfociata, in atti violenti e di aggressione terroristica. E la tragedia australiana non è che la conferma più grave e dirompente.

Politica, responsabilità e verità scomode

Ecco perché non si possono banalizzare le recenti iniziative politiche e legislative italiane che hanno come obiettivo prioritario la denuncia e la lotta contro l’antisemitismo. È inutile fingere di negare una realtà che è sotto gli occhi di tutti e né, tantomeno, si può liquidarla sostenendo che “siamo tutti con il popolo ebraico”.

Non è così. Ed è appena sufficiente ascoltare gli slogan violenti e offensivi durante le manifestazioni di piazza a difesa del popolo palestinese, o prendere atto delle parole d’ordine delle “icone” di cui di volta in volta si innamora il variegato popolo di sinistra e progressista, per arrivare alla conclusione che l’antisemitismo è ritornato protagonista nelle vicende politiche, culturali e di costume delle nostre opinioni pubbliche.

Una mobilitazione necessaria

Solo attraverso una massiccia mobilitazione popolare, culturale e anche – e soprattutto – politica e legislativa sarà possibile, forse, affrontare e, se possibile, estirpare quella malapianta che scorrazza orizzontalmente nel tessuto delle nostre società occidentali da svariati decenni.

Una presenza purtroppo ben radicata anche nel nostro Paese, apparentemente civile, democratico, tollerante e liberale.