Domenica scorsa era la 57ma Giornata Mondiale per le Vocazioni. Ne ha parlato solo il Papa, nel Regina Coeli. Si può capire che la parola sia percepita come roba chiesastica, e quindi proprio oggi quanto di più lontano, anzi fuori luogo, rispetto al Covid e ai drammi socio-economici appena iniziati.

Però diciamocelo: se non si parte proprio da questa parola, da ciò a cui si è chiamati, a cui si tende, non si costruisce nulla, non si sa su chi contare.
Riapriamo pure le Chiese, ma con che ‘cristianesimo’ uno ritorna a Messa? Con che Fede? (eppoi: dove l’ha trovata?). Chi va ad incontrare?

Secondo: uno fa tre conti e decide lui – il proprio ‘io’ – di scegliere Cristo, o, piuttosto, se crede, se è ‘chiamato’, lo deve a qualcuno? Qui sta la differenza, anche sociale, tra chi vuole sistemare il mondo (Covid compreso, attenzione) e chi, come Bonhoeffer nel carcere della Gestapo, considera la Gestapo un’occasione contestuale per vivere il mondo unito a Cristo, ovvero venendone, nel giudizio del mondo, sconfitto.

San Paolo ai Filippesi: “Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (1,21). Questa è la concretezza della Chiamata Cristiana; al confronto, il pragmatismo efficientista del mondo un disastro.
Morire? Un guadagno. Dato che la Lettera ai Filippesi è ascoltata la Domenica a Messa, e visto che uno distrattamente risponde pure “Rendiamo grazie a Dio”, a cosa ha reso grazie? Non è dato sapere.

Per questo in ogni caso metter su famiglia, fare il prete, partecipare alla Messa, costruire la propria occupazione, sbarcare la giornata, è rispondere a qualcosa che ci viene DATO. E per questo Papa Francesco nel suo Messaggio per la giornata delle Vocazioni di quest’anno martoriato ha indicato tre parole-guida: 1 – gratitudine, 2 – coraggio, 3 – lode. La prima e la terza sembrano oggi del tutto fuori luogo. Ma la caratteristica dell’autenticità di una Vocazione è proprio questa: essere fuori luogo. Se uno cerca consenso, che differenza fa una Chiesa chiusa o aperta? Una Messa streaming o dal vivo? Proprio nessuna.