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lunedì, Aprile 7, 2025
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Arte, a Roma Yeshu’a, il volto di Cristo secondo Corrado Veneziano

Roma, 7 apr. (askanews) – Cosa accadrebbe se Gesù tornasse oggi sulla Terra? Dove si fermerebbe? A partire da questo interrogativo nasce “Yeshu’a – Il volto, i volti di Cristo”, la nuova mostra di Corrado Veneziano, ospitata dal 10 al 24 aprile nel Mausoleo di Santa Costanza, a Roma, accanto alla Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura. Il cuore dell’esposizione è rappresentato da tre grandi opere inedite, che collocano il volto di Cristo in precisi scenari geopolitici segnati da conflitti e crisi umanitarie: la striscia di Gaza e il Medio Oriente, l’Europa orientale tra Ucraina, Bielorussia e Romania, e il Mediterraneo, con la toccante tela Il volto di Cristo a nord di Lampedusa.

Oltre ai tre nuovi lavori, la mostra propone un percorso articolato di 20 opere in totale, frutto della recente ricerca artistica di Veneziano: dipinti che mescolano iconografia cristiana, elementi cartografici, linguaggi simbolici e memorie culturali. Accanto ai volti sacri, trovano spazio simboli come l’ulivo, la colomba, la croce sospesa nello spazio, immagini che attingono alla tradizione ma parlano il linguaggio del presente. Il tratto distintivo è l’uso grafico dei paralleli e dei meridiani, quei tracciati normalmente freddi e astratti, qui trasformati in griglie di senso e coscienza. Veneziano li utilizza per collocare spiritualmente il volto di Cristo in punti sensibili del pianeta, trasformando ogni tela in una preghiera visiva e civile.

Corrado Veneziano, artista noto per la sua capacità di coniugare arte, letteratura e spiritualità, rielabora la tradizione dell’iconografia cristiana proiettandola nei dilemmi del nostro tempo. Il suo è un linguaggio laico, colto, ma profondamente coinvolto, capace di interpellare credenti e non, attraverso la forza dello sguardo e della composizione. “Non esiste un solo volto di Cristo, ma infinite possibilità di incontrarlo – ha affermato l’artista – in questa mostra ho provato a immaginarlo dove oggi si alzano grida inascoltate: nel cuore dei conflitti, dei silenzi colpevoli, dei viaggi disperati. I volti che ho dipinto si sovrappongono alle mappe del mondo reale, incrociando numeri, coordinate, linee invisibili che però decidono il destino di milioni di esseri umani. Ogni volto è un grido, una domanda, un gesto di compassione che guarda chi osserva. E ognuno di noi è chiamato a rispondere a quello sguardo. L’arte può ancora essere uno spazio sacro in cui si evocano risposte possibili, e si invoca la pace”.

Il progetto artistico di Veneziano nasce da uno studio profondo dell’arte sacra italiana tra Medioevo e Rinascimento, da Cimabue a Lorenzetti, passando per Piero della Francesca. Ma si spinge oltre, integrando riferimenti danteschi, simbolismi pasquali e una grammatica visiva autonoma, che fa della geografia spirituale il suo campo d’azione. L’insieme delle opere diventa così una mappa del dolore e della speranza, che invita alla contemplazione ma anche all’azione.