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Assintel: Ict in Italia crescerà del 4,5% nel 2025, a quota 44 mld

Roma, 3 nov. (askanews) – Il mercato Ict italiano mantiene per il 2025 una tendenza positiva, con una crescita prevista per l’anno del 4,5%, in continuità con il 4% del 2024, per un valore complessivo di 44,3 miliardi di euro . In prospettiva, anche per il 2026 le aspettative restano positive, con un tasso che resta superiore al 4%. Benché nello scenario economico del Paese permangano incertezze ed elementi di attenzione, influenzati da un contesto internazionale non favorevole e in significativo mutamento, le tecnologie Ict appaiono ormai come un asset irrinunciabile per le aziende italiane e in tutte le classi dimensionali 3 imprese su 10 prevedono un aumento di budget per l’Ict nel 2026 (nel 2025 il dato era pari al 19%).

Sono i dati di sintesi dell’Assintel Report 2025 sul digitale, come riporta un comunicato giunto alla sua ventesima edizione, presentato oggi nel corso di un evento in Confcommercio a Milano. Lo studio è realizzato da Assintel-Confcommercio con le società di ricerca TIG, Istituto Ixè e Webidoo Insight Lab , con la sponsorship di AWS, Grenke, Intesa Sanpaolo e Webidoo.

Quest’anno, Assintel ha scelto di compiere un passo ulteriore: dare vita a un documento programmatico che guarda al futuro, con l’ambizione di delineare le traiettorie di sviluppo del settore ICT in Italia, ponendo al centro il ruolo cruciale delle micro, piccole e medie imprese. Un piano programmatico di agenda digitale in 10 punti, che chiede interventi di riforma, dalla scuola agli appalti.

‘Oggi più che mai, anche in vista della fine del sostegno del Pnrr, è necessario investire per supportare le imprese italiane del digitale, a partire dalle Pmi – commenta la presidente Assintel, Paola Generali – Per questo, quest’anno abbiamo voluto realizzare, attraverso laboratori di co-creazione che hanno coinvolto rappresentanti di Assintel ed esponenti del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale, un documento in 10 punti che offra alla politica una panoramica dettagliata su cosa serve oggi al mondo Ict italiano per continuare a crescere e sostenere l’economia del Paese. Confidiamo che la politica voglia accogliere le istanze del comparto e tradurle in un vero cambiamento per il sistema Paese’.

Secondo il rapporto, l’andamento del mercato del digitale, apparentemente positivo, nasconde in realtà dinamiche che fanno riflettere se analizzate in profondità e da punti di osservazione differenti. Infatti, secondo i dati dell’Assintel report 2025, le imprese italiane che investono maggiormente in ICT sono quelle con oltre 500 addetti: si stima che la spesa ICT delle grandi imprese si attesterà a fine 2025 a 23,7 miliardi di euro pesando per il 53,5% del totale e registrando un incremento del 5,6% rispetto al 2024. Mentre il segmento delle micro e piccole imprese anche nel 2025 registra ritmi di crescita inferiori, rispettivamente dell’1,7% e del 3,3%.

Solo il 3,6% delle imprese italiane non è digitalizzata , dato decisamente in calo in soli due anni: rispetto al 2023 la quota di imprese refrattarie alla digitalizzazione si è più che dimezzato. In termini assoluti, il numero di imprese non digitalizzate passa dalle 130.000 stimate nel 2023 a circa 50.000 quest’anno. Al contrario, oltre un terzo delle imprese sta già adottando iniziative per limitare l’impatto ambientale delle tecnologie digitali impiegate.

Tra i segmenti di spesa Ict delle imprese, si legge, i servizi IT sono quelli in maggiore crescita nel 2025, con un incremento dell’8,1% rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di 19 miliardi di euro. Anche in questo caso, la tendenza è prevista in ulteriore crescita per il 2026, arrivando in chiusura d’anno a 20,4 miliardi. Per il 2025 il mercato del cloud computing è previsto in crescita del 16,2%, la categoria relativa alla cybersecurity del 7,2%, il segmento big data & analytics dell’8,7% e il mercato dell’intelligenza artificiale del 35,3%.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica della spesa ICT delle aziende italiane, si conferma il ruolo guida delle Regioni del Nord-Ovest, ossia della Liguria, della Lombardia, del Piemonte e della Valle d’Aosta. Per il 2025 si stima infatti un valore della spesa ICT business per queste Regioni pari a 17,4 miliardi di euro, con una crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente. Interessante il dato del Mezzogiorno, con una quota significativamente più elevata di imprese intenzionate ad aumentare il budget ICT per il 2026.

Il confronto anno su anno mostra aumenti significativi nella penetrazione di tutte le tecnologie emergenti . Se l’Internet of Things cresce solo del 4%, si evidenzia un maggiore dinamismo rispetto alla realtà aumentata (+5%) e alla robotica, che raddoppia, crescendo di oltre l’8%. Prevedibilmente è però l’Intelligenza artificiale la tecnologia che cresce maggiormente, con un livello di penetrazione che in un anno è letteralmente esploso dal 7% al 29%.

Secondo un nuovo capitolo dell’Assintel Report, curato da Webidoo Insight Lab e basato sui dati del Digital Test Insites condotto su 6.808 PMI italiane, solo una piccola e media impresa su quattro (25,2%) effettua vendite o accetta prenotazioni online, con una leggera prevalenza nel Sud e isole (28,2%) e nel Centro (27,1%), mentre il Nord-ovest (19,2%) resta indietro. Il tasso di utilizzo cresce in modo proporzionale alla maturità digitale: quasi il 40% delle PMI ad alta maturità vende online, contro appena l’11% di quelle con maturità bassa. Il dato conferma che non bastano canali digitali di business per vendere online: serve una strategia digitale integrata che unisca tecnologia, competenze e presenza strutturata sul web.

Il principale ostacolo alla digitalizzazione delle aziende italiane rimangono le risorse economiche, prosegue lo studio, segnalate dal 27% del campione di imprese (lo scorso anno erano il 54%). In seconda battuta, a distanza dall’aspetto economico, si confermano la mancanza di competenze (15%) e una cultura aziendale non orientata al cambiamento (15%). Solo il 17% delle stesse imprese intervistate ritiene che il contesto territoriale, con le sue infrastrutture ed il suo tessuto di realtà più o meno orientate all’innovazione, rappresenti un ostacolo. Per quanto riguarda il tema delle competenze , il confronto biennale evidenzia un netto miglioramento: la quota di imprese che ritengono di presidiare adeguatamente sia le competenze digitali interne che la cultura innovativa cresce di oltre 10 punti rispetto al 2023 (32,6% contro il 21,5% di due anni fa) e al contempo si riduce del 13% la quota di imprese che si sentono sguarnite su entrambi i fronti.

Alla luce dello scenario così delineato e delle criticità evidenziate, Assintel, in quanto rappresentante del tessuto imprenditoriale ICT italiano, presenta quest’anno alla politica un documento programmatico di agenda digitale, in 10 punti. La prima proposta è quella di favorire la cooperazione tra università e imprese attraverso co-design formativo, project work, stage e casi reali di collaborazione. I percorsi di dottorato e gli ITS – sostiene Assintel – devono essere rafforzati con una maggiore presenza di docenza aziendale e procedure semplificate. Secondo punto è quello di promuovere la creazione di una rete nazionale di Life Design Center dedicati alle discipline STEM , per orientare studenti e lavoratori lungo tutto l’arco della vita formativa e professionale, con particolare attenzione alla riqualificazione digitale. Assintel chiede inoltre un supporto continuo alle scuole e agli studenti tramite programmi di alternanza scuola-lavoro, summer camp tecnologici e sportelli territoriali dedicati all’orientamento e allo sviluppo delle competenze digitali.

Assintel chiede poi di costituire comitati permanenti scuole-imprese , con la partecipazione di rappresentanti del mondo produttivo, delle istituzioni formative e delle associazioni di categoria, per monitorare l’evoluzione dei fabbisogni professionali. Di avviare un Osservatorio Permanente sulla Formazione Digitale, con funzioni di analisi, coordinamento e indirizzo delle politiche nazionali in materia di competenze tecnologiche e digitali. E di alimentare un sistema virtuoso tra Confidi, Banche e Fondo di Garanzia per: finanziare o anticipare al 100% i finanziamenti a fondo perduto per R&D destinati alle aziende che offrono prodotti e servizi digitali; finanziare progetti di digitalizzazione delle MPMI a medio termine (3 anni) e anticipare al 100% i finanziamenti a fondo perduto per la digitalizzazione.

Sesto punto dell’agenda digitale di Assintel è continuare a finanziare i DIH delle associazioni di categoria che operano sul territorio nazionale e che da anni si autofinanziano per promuovere e realizzare la digitalizzazione delle MPMI che rappresentano. Assintel chiede poi di definire regole scritte e chiare per il partenariato pubblico-privato, affinché le opportunità offerte non siano carpite esclusivamente da grandi players. Di modificare il programma Transizione 5.0 , suddividendo i fondi in due linee distinte: Transizione digitale 5.0 e Transizione ecologica 5.0, per garantire una maggiore efficacia e coerenza nell’impiego delle risorse; di riformare la disciplina delle gare pubbliche per favorire l’accesso delle MPMI. Devono essere premiate le aggregazioni di MPMI che partecipano alle gare CONSIP, riconoscendo il valore della collaborazione tra imprese come leva di crescita e innovazione. E infine di semplificare i bandi di finanziamento nella struttura e includere tra le voci finanziabili al 100% consulenza, formazione, compliance a norme di legge e certificazioni. Inoltre devono essere adeguati alle nuove modalità di offerta SaaS noleggio (a locazione operativa).

“Condividiamo pienamente le proposte dell’Agenda Digitale Assintel, molte delle quali trovano nella crescita dell’infrastruttura cloud in Italia la condizione abilitante per diventare realtà – sottolinea Franco Spicciariello, Director Pubblic Policy EU MED AWS – Riteniamo infatti che solo attraverso l’adozione di tecnologie cloud avanzate e percorsi di formazione mirati sia possibile rendere le imprese italiane più competitive sui mercati globali, in particolare le PMI, che rappresentano il cuore del tessuto economico del Paese”.

“Il nostro territorio – commenta Pierluigi Monceri, direttore regionale Milano Monza e Brianza di Intesa Sanpaolo – accoglie un ecosistema di imprese dinamico, capace di coniugare innovazione e sostenibilità. Offrire opportunità di internazionalizzazione, percorsi di apertura verso nuovi mercati e concreto supporto alla digitalizzazione rappresenta un passaggio essenziale per rafforzare l’economia reale e sostenere una crescita solida e duratura del tessuto produttivo”.

“Il noleggio operativo si conferma una leva strategica per le PMI che puntano sull’innovazione digitale – commenta Aurelio Agnusdei, country manager di Grenke Italia – Infatti, nel 2024, il 70% dei nostri contratti di noleggio ha riguardato beni, tecnologie e soluzioni IT. Un facilitatore della digital transformation che consente di accedere alle tecnologie più performanti, mantenendo competitività e sostenibilità finanziaria”.

‘Webidoo è perfettamente allineata all’Agenda Digitale proposta da Assintel e, per tradurre l’innovazione in reale vantaggio competitivo, ritiene fondamentale riuscire a portare alle imprese prodotti tecnologici semplici, efficaci e accessibili – sottolinea Daniel Rota, President Europe di Webidoo SpA – Particolare attenzione è rivolta alle PMI, che più di altre necessitano di accelerare in un contesto in cui l’evoluzione delle tecnologie AI è così rapida e dirompente”.

Assintel (Associazione Nazionale Imprese ICT) rappresenta le aziende dell’ecosistema tecnologico e digitale italiano; aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia, entro cui è punto di riferimento per la valorizzazione del Digitale, sia a livello di mercato sia di politiche istituzionali. (fonte immagine: Assintel).